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Il caso
23 Luglio 2025 - 12:45
West Nile, a Benevento salgono a tre i casi di febbre del Nilo
Sono otto i casi di infezione da virus del West Nile, quattro gravi, in rianimazione, negli ospedali Moscati di Aversa e Cotugno di Napoli. Le infezioni si sono manifestate principalmente nella zona di Baia Domizia, dove si è verificato un cluster epidemico.
DISINFESTAZIONE A CELLOLE, SESSA AURUNCA E ORTA DI ATELLA
L’Asl di Caserta ha comunicato l’avvio di interventi straordinari di disinfestazione larvicida e adulticida nei territori dei comuni di Sessa Aurunca, Cellole e Orta di Atella. Le attività di disinfestazione larvicida prenderanno il via a partire dalle ore 22 di mercoledì 23 luglio, mentre gli interventi adulticidi sono previsti a seguire nei giorni successivi.
LE CONDIZIONI DEI PAZIENTI
Tra i pazienti più critici, due sono attualmente in rianimazione: uno al Cotugno di Napoli, ricoverato in condizioni stazionarie, e un altro al Moscati di Aversa, in condizioni critiche. Entrambi avevano trascorso le vacanze a Baia Domizia prima di ammalarsi. Un terzo paziente, di Sessa Aurunca, è stato ricoverato al Cotugno con condizioni stabili.
Altri cinque casi sono stati notificati all’Istituto superiore di sanità dalla Asl di Caserta. Uno di questi, un uomo di 68 anni di Trentola Ducenta, è stato trasferito in rianimazione in coma dopo aver manifestato febbre e malessere generale. Un 80enne di Orta di Atella, ricoverato con febbre alta e rigidità nucale, è stato sottoposto a test che hanno confermato l’infezione da West Nile Virus. Recentemente, si sono aggiunti due uomini, rispettivamente di 65 e 76 anni, ricoverati ad Aversa in condizioni stabili.
Un episodio recente ha visto anche la dimissione di un paziente ad Aversa, dopo la scomparsa dei sintomi. Questi casi fanno pensare a un possibile cluster epidemico nella zona di Baia Domizia, con sospetti di altri due focolai nelle aree acquitrinose della valle del Sele e di Pertosa.
RIUNIONE ALL'ISTITUTO ZOOPROFILATTICO DEL MEZZOGIORNO
L’emergenza è stata oggetto di una riunione urgente presso l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici, convocata in seguito alla morte di Filomena Di Giovangiulio a Formia, avvenuta nei giorni scorsi per febbre del Nilo. La riunione ha coinvolto le autorità sanitarie e ha portato a un monitoraggio più stretto della situazione, che si inserisce nel quadro di un’allerta nazionale: nel Lazio sono stati confermati sei casi, mentre in Veneto, Emilia e Piemonte si sono registrate infezioni sparse.
Solo l’1-2% delle infezioni si traducono in ricoveri ospedalieri. In Campania, la circolazione del virus Lineage 2 è stata confermata anche in un rapace selvatico a Ischia, nel territorio di Forio, a seguito di controlli sul territorio regionale. Pur non essendoci finora decessi legati a forme neuroinvasive, il livello di allerta è stato elevato per rafforzare le misure di prevenzione.
Le aree sotto osservazione includono la zona di Persano, la foce del Sele e le zone acquitrinose del litorale casertano, frequenti punti di svernamento degli uccelli migratori e habitat favorevoli alla diffusione del virus.
DE LUCA: NON ABBIAMO MOTIVO DI ALLARME
«Stiamo analizzando bene la situazione sul virus. Il problema c'è ovviamente ma ad oggi non abbiamo motivo di allarme particolari». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando la situazione del virus West Nile in sviluppo in Campania con diverse persone ricoverate anche all'ospedale Cotugno di Napoli.
«Stiamo esaminando bene - ha detto De Luca - le caratteristiche generiche anche di questi virus nuovi che arrivano. Non abbiamo focolai estesi. Abbiamo singoli episodi che sono assolutamente sotto controllo. Ovviamente dovremo seguire con l'attenzione necessaria. È un contagio nuovo che arriva nei nostri territori. Abbiamo tutte le risorse tecnico-scientifiche per tenere sotto controllo la situazione».
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