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Dramma abbattimenti, il silenzio dei colpevoli

Nella nostra regione sta per esplodere una vera e propria bomba sociale

Dramma abbattimenti, il silenzio dei colpevoli

Esistono vicende di fronte alle quali, ancor prima del rappresentante delle Istituzioni, si sente chiamato a fare la propria parte il cittadino, il membro di una comunità. Ed è con questo spirito che da tempo mi batto contro il fenomeno delle demolizioni indiscriminate di costruzioni gravate dai cosiddetti abusi di necessità. Un meccanismo infernale che, in particolare nella nostra regione, pende come una spada di Damocle sulla testa di centinaia di migliaia di abitanti e che, senza alcuna comprensibile logica, colpisce adulti, bambini, anziani e perfino soggetti fragili, persone con disabilità, quelle che più delle altre avrebbero bisogno di supporto e assistenza ma che vengono lasciate sole al proprio destino. Un fenomeno scriteriato e ottuso che, nella stragrande maggioranza dei casi, porta all’abbattimento di prime abitazioni, il solo e unico tetto che tanti padri di famiglia, dopo i sacrifici di una vita, dopo aver pagato mutui, tasse, aderito a condoni rilasciati con tutti i crismi di legge da un Comune e aver ricevuto tutte le rassicurazioni, sono riusciti a mettere sulla testa dei propri cari.

Abitazioni che si decide di demolire all’improvviso, e non per il fatto che non siano strutturalmente solide, sicure o che magari siano sorte in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici, in zone interessate da rischio idrogeologico, sismico o da fenomeni di bradisismo. A volte ci sono case che vengono abbattute solo perché un giudice, da un giorno all’altro, anche a distanza di trenta o quarant’anni dalla realizzazione di quegli edifici e dalla partenza dell’iter per la sanatoria, recupera un faldone dal mucchio, decide che questo o quel condono presenta delle incongruenze non importa se minime e ininfluenti e in maniera cavillosa, da cieco burocrate, innesca il dramma.

Perdere la casa non significa soltanto dire addio a un manufatto, ma soprattutto a un pezzo della propria esistenza: significa, in molti casi, dire addio perfino alla speranza e al futuro. Ed è capitato addirittura che una Procura, nell’ambito di uno stesso complesso residenziale (sic!), abbia fatto demolire solo alcune case, nelle stesse condizioni giuridiche di altre, soltanto perché dal polveroso armadio delle esecuzioni erano stati tirati fuori i loro fascicoli e non gli altri! È mai possibile che la giustizia possa essere così cieca? È mai possibile che, anche per questioni vitali come queste, sia tutto affidato al caso? È mai possibile che tantissimi campani continuino ad essere vittime del cortocircuito che deriva anche dalla mancanza totale di dialogo tra enti comunali e magistratura e siano ostaggi dell’interpretazione di norme e regolamenti? È mai possibile che a farne le spese siano solo ed esclusivamente coloro che hanno costruito o comprato una casa per viverci, coloro che hanno pagato per sanare le irregolarità e invece si lasciano impuniti “palazzinari” con pochi scrupoli?

Questa, lo ribadisco anche da uomo di legge, non è giustizia. E contro questo stato di cose lotto e continuerò a lottare, insieme alla Lega e al vicepremier Matteo Salvini, che da sempre portano avanti una battaglia di civiltà, senza arretrare di un centimetro, mettendoci la faccia, agendo con i fatti, con il coraggio e l’impegno di chi ha a cuore soltanto il benessere della collettività. Su questo delicatissimo fronte agiamo in maniera concreta, a tutti i livelli. In Consiglio regionale abbiamo presentato due proposte di legge per una regolamentazione di questa drammatica questione. Una di cui sono primo firmatario nell’estate del 2022, per affidare alle amministrazioni del territorio, negli ambiti dei Puc, la ricognizione degli abusi e la conseguente riapertura dei termini per la regolarizzazione, attraverso uno strumento legislativo finalizzato ad effettuare i necessari distinguo sugli abusi, e a dare finalmente risposte attese da decenni da tantissimi campani. L’altra proposta è stata presentata quest’anno, per la riapertura del condono del 2003.

Parallelamente, la Lega si sta muovendo anche in Parlamento: sono due i disegni di legge depositati, al Senato e alla Camera, per trovare soluzioni per limitare l'impatto sociale che può scaturire nell'attuazione dei piani di demolizione dei manufatti dichiarati abusivi con sentenze passate in giudicato. E abbiamo chiesto agli altri partiti della coalizione di schierarsi con noi e di sostenerle. Li abbiamo costituiti in mora, li sollecitiamo e insistiamo perché anche su questo la maggioranza si mostri compatti. Ci arriveremo, ne sono sicuro, ma quel che è certo, intanto, è che noi non chiudiamo gli occhi davanti alle richieste di aiuto dei cittadini e lavoriamo senza sosta, giorno dopo giorno, anche per debellare l’immobilismo complice che su un dramma di tali proporzioni, soprattutto in Campania, caratterizzano la condotta indegna della sinistra.

Diciamo le cose come stanno: nella nostra regione per giunta interessata da una emergenza abitativa senza precedenti sta per esplodere una vera e propria bomba sociale. A cosa si deve questa situazione? Prima di tutto al silenzio dei colpevoli… Di chi parlo? Di coloro che negli ultimi decenni hanno semplicemente taciuto, arrivando perfino a negare l’esistenza della criticità e che, quando è stata loro data la possibilità di intervenire per aiutare i cittadini, si sono addirittura opposti al tentativo di trovare una soluzione. E questo unicamente per logiche di partito oltre che di pura indifferenza verso i problemi dei campani. Qualche esempio? La maggioranza targata De Luca e Pd hanno risposto di no alle nostre proposte presentate dalla Lega in Consiglio regionale.

E rispetto al condono del 2003, ricorderete che a dire no fu l’allora presidente della Regione, Antonio Bassolino. Insomma, cambiano i nomi, non cambia la sostanza di Amministrazioni regionali che si ricorderanno soltanto per la loro inefficienza, per il disastro che hanno lasciato e per le mancate risposte, in tutti i campi, che non hanno saputo né voluto fornire ai cittadini in difficoltà. Fortunatamente per il Nostro Posto, anche la drammatica e fallimentare stagione deluchiana e con essa il decennale sistema di potere strutturato dal cacicco di Salerno lo stesso che ora prova disperatamente a offrire ai suoi “amici” del campo largo, Pd e M5S, in cambio di qualche poltrona sono arrivati al capolinea.

Tra qualche mese, appena saremo alla guida di Palazzo Santa Lucia, faremo ripartire la Campania e agiremo per risolvere le emergenze, a partire proprio dalla lotta alla “roulette degli abbattimenti”, e dalla tutela del diritto alla casa. Lo faremo muovendo le leve necessarie perché si cambi davvero rotta e attuando una serie di grandi Piani regionali, che ridisegneranno il volto della nostra regione, in ogni settore amministrativo, e miglioreranno le condizioni di vita dei campani. Lo faremo con i fatti, con responsabilità e competenza, e se può servire a fare gli interessi dei cittadini, lo faremo anche a voce alta. A differenza dei colpevoli del disastro e del loro silenzio.

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