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08 Agosto 2025 - 08:52
NAPOLI. Il servizio rifiuti costituisce uno dei principali settori di azione delle amministrazioni comunali con servizi evidenzia il Cnel nella Relazione sui servizi pubblici che comportano una spesa media di 386 euro per tonnellata, con punte minime per la Lombardia (290 euro) e massime per la Liguria e il Lazio (507 euro). La spesa media nelle Regioni del Sud è il 37% più alta di quella delle Regioni del NordOvest e il 50% in più di quelle del Nord-Est. La spesa media nel Mezzogiorno sopravanza, pur se di poco, anche quella nel Centro. E questo anche se nel Sud si producono meno rifiuti: in Basilicata si hanno 357 Kg per abitante, in Molise 383 Kg, le altre Regioni del Sud, Campania compresa, non raggiungono i 500 Kg. In testa c'è invece l'Emilia-Romagna (641 Kg), seguita dalla Toscana (600 Kg) e dalla Liguria (545 Kg).
Il Cnel ricorda poi come in Italia la raccolta differenziata, che è parte del servizio Rifiuti dei Comuni, è mediamente pari al 65,4%, quindi in linea con gli obiettivi al 2025. Tuttavia, la media regionale non raggiunge livelli in linea con tale obiettivo nel Lazio (55,1%), nella Liguria (55,6%) e nelle Regioni del Sud (con una media del 57,6%). Risultano oltre il livello del 70% tutte le Regioni del NordEst, con il picco del 77,4% in Veneto. Seguono la Lombardia (73,3%) e le Marche (71,9%). Con una media del 53%, i grandi centri urbani (oltre 100mila abitanti) scontano evidenti difficoltà, ma fanno eccezione quelli del Nord-Est (67,3%).
Treviso, Mantova, Belluno e Reggio Emilia sono i quattro territori italiani in cui la raccolta differenziata è oltre l'80%, mentre all'opposto si pongono Reggio Calabria e Crotone, con meno del 40%. Si registrano oscillazioni piuttosto consistenti all'interno di diverse Regioni: in Liguria si va da un minimo del 48,2% a Genova, fino ad un massimo del 75,6% a La Spezia; in Toscana dal minimo di Arezzo con il 52,6% al massimo di Lucca col 76,4%. Specificamente in Campania si va dal minimo di Napoli pari al 49,9% fino al massimo di Benevento con il 73,2%.
A Napoli, la raccolta differenziata prevede il ritiro porta a porta di diverse tipologie di rifiuti in giorni specifici, oltre all'utilizzo di campane stradali per alcuni materiali. I rifiuti vengono suddivisi in: umido, carta e cartone, multimateriale (plastica e metalli), e indifferenziato. Questo in teoria. In pratica qusi tutte le campane per la differenziata vengono usate come discariche a cielo aperto, senza contare gli sversamenti illegali che affliggono zone della periferia dove, molto spesso, per eliminare i rifiuti si ricorre ai roghi. Secondo diverse analisi, Napoli è tra le città italiane con la Tari più alta, superando spesso il costo medio nazionale.
Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui la gestione dei rifiuti, la percentuale di raccolta differenziata e l'evasione fiscale, che influiscono sul costo complessivo del servizio e quindi sulla tassa. Al contrario, Milano ha visto una riduzione della Tari per il 2025, con un abbassamento dei costi per i cittadini, specialmente per le famiglie più numerose. Questo è il risultato di una gestione più efficiente del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e di una maggiore attenzione all'evasione fiscale. Anche a Napoli c’è stata una diminuzione di circa 25 euro per famiglie numerose e in difficoltà economica ma parallelamente c’è stato un aumento dai 10 ai 12 euro per abitazioni superiori ai 90 metri quadrati.
Mediamente una famiglia di quattro persone paga circa 400 euro di Tari all’anno. Volendo continuare con un parallelismo meneghino secondo il nuovo schema tariffario, una persona che vive da sola in un appartamento di 40 metri quadri a Milano pagherà circa 100 euro, mentre una famiglia di quattro persone residente in un'abitazione di 90 metri quadri verserà circa 290 euro.
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