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La riflessione

Campania tra interessi di bottega e gioco di melina

Se non mostreremo la capacità di impegnarci non potremo lamentarci di ingiustizie e inefficienza

Campania tra interessi di bottega e gioco di melina

La Campania, in questo preludio di campagna elettorale, che produrrà la consegna dello scranno di Palazzo Santa Lucia a un nuovo rappresentante del popolo, segna, almeno apparentemente, la chiusura di un’epoca. 15 anni di fermo immagine sulle figure di De Luca e Caldoro. Nella sostanza, invece, la situazione non sembra aprire alla speranza di un cambiamento. Viviamo come ovattati da mesi, indifferenti alle imponenti trasformazioni che stanno attraversando il mondo e alle sofferenze che colpiscono la nostra umanità. La querelle sul terzo mandato ci ha aperto le porte del purgatorio, distribuendoci per cornici in base agli insopprimibili vizi manifestati, prima fra tutti la superbia e poi l’ira e l’invidia e l’accidia. Oggi se non trasformiamo i vizi in virtù potremo solo finire all’inferno.

La premessa è, purtroppo, che a sinistra l’accordo è palesemente “di bottega”. Gli interessi in gioco sono per lo più quelli del presidente uscente e di parenti e amici vari. Il partito di maggioranza relativa è in caduta. Gli oppositori più tenaci diventano alleati senza un programma di conversione. Difficile immaginare un impegno per il bene comune. Nell’altro campo si fa melina senza palla. Il gioco lo hanno in mano gli altri. Attendere che arrivi il “candidato civile” è una grave ammissione di inesistenza e di inaffidabilità.

Cosa fare? Posto che credo ancora e sempre nel valore della democrazia e nel risveglio delle coscienze e della dignità dei campani, la possibilità che abbiamo di prendere il treno giusto verso una ripresa vera è di far sentire agli uni e agli altri che siamo stanchi di stare a guardare e che pretendiamo rispetto della nostra intelligenza oltre che dei nostri diritti. Questo implica una partecipazione critica al dibattito oggi e nel giorno del voto. Non facile certo, perché, come sempre, le parti non si confrontano, ma si scontrano nella logica della negazione dell’altro per affermare se stesso. Niente di più mistificatorio e ingannevole. Utile sarà fare tesoro di alcune consapevolezze.

La Campania ha un patrimonio tale da consentire non solo ai giovani di rimanere ma al mondo intero di venire. Il potenziale economico c’è sia in termini di risorse endogene da valorizzare che di risorse finanziare pubbliche. Quindi è d’obbligo pretendere da chi si candida a rappresentarci di tirar fuori un programma amministrativo onesto, una strategia politica realistica e una squadra di governo competente e responsabile. Opportuno tener presente che le priorità, prevalentemente dentro il perimetro regionale, riguardano ancora i diritti fondamentali di cittadinanza: l’uguaglianza, il lavoro, la salute, la mobilità e la sicurezza sociale e ambientale.

Se non mostreremo la capacità di impegnarci per questo e conserveremo l’atteggiamento distratto di questi ultimi anni, non potremo lamentarci di ingiustizie e inefficienza. Saremo quello che abbiamo scelto di essere. In Regione gli eletti sono frutto del voto di ogni singolo cittadino. Non abbiamo l’alibi che siano scelti nelle segreterie.

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