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lettera al direttore

Regionali: una sfida che riflette i limiti della politica nazionale

Ed ecco il “demiurgo” di turno, il sempiterno candidato della “società civile”

Regionali: una sfida che riflette i limiti della politica nazionale

Gentile Direttore, l’avvicinarsi delle elezioni regionali sta inasprendo ancora di più il clima politico nazionale, dove la Presidente del Consiglio viene addirittura chiamata in causa per aver trascorso due giorni a New York con la figlioletta. L’imbarbarimento si appalesa in tutte le forme, coinvolgendo in un unico calderone persone, famiglie, gente per bene e quelle che vorrebbero sembrare tali.
Certo, la qualità dell’attuale Governo lascia non poco a desiderare, fatta eccezione per ministri come Piantedosi, Tajani, Nordio, Valditara e lo stesso Salvini, che è più alle prese di non farsi sorpassare elettoralmente da Forza Italia. Per il resto, se non dimentico qualcun altro, mi sembra una squadra di Governo composta da persone pescate nell’“aurea mediocritas”.
Credo, comunque, che il mio giudizio sia influenzato dall’aver preso parte attivamente alla politica degli anni ’80-’90, con Governi retti da Moro, Fanfani, Craxi, De Mita e, poi, negli anni del terzo millennio, dai Governi di Berlusconi, con Sottosegretari alla Presidenza come Gianni Letta, uno dei più intelligenti e saggi politici che si sia mai incontrato.
Quando scoppiano oggi le liti tra la maggioranza e l’opposizione, il che significa ogni giorno, mi chiedo sempre cosa avrebbe fatto un Governo diverso, quello delle “larghe intese”, tanto per restare nella realtà attuale.
In Ucraina, Schlein e Conte hanno la stessa veduta? Il Pd è per la difesa ad oltranza della martoriata Nazione; i 5 Stelle sono per la smilitarizzazione totale dell’Italia e dell’Occidente, dell’Europa e dell’Italia in particolare, per la quale, però, si rivendica un ruolo di maggior peso politico internazionale. (Le “nozze con i fichi secchi”, si direbbe!)
Ormai, con la globalizzazione, una Nazione da sola, specie se non grande potenza com’è l’Italia, non avrebbe alcun peso, soprattutto se priva di una qualsiasi difesa.
Immaginate poi la politica interna, con la reintroduzione del famigerato “reddito di cittadinanza” e il “superbonus” al 110%. E mettiamoci pure la disastrosa “politica green” che, se pur giusta nei contenuti, non ha tenuto conto dei tempi e dei costi, per la fretta di agire, essendo il problema estremamente ideologizzato. Giusto per tenermi sul generale, concludo con la situazione della nostra Regione: non vi è sembrato “scandaloso” il trattamento giuridico riservato alla famiglia Agnelli-Elkann? Per un’evasione fiscale di milioni di euro, è stata assolta; e solo il primogenito, quello della crisi Stellantis e del tracollo della Ferrari, dopo aver “risarcito” il Fisco con una somma che per noi comuni mortali significa un pacchetto di sigarette, verrà affidato per un anno ai Servizi Sociali dei… Salesiani.
Immagino cosa accadrebbe ad altri esponenti di spicco che non siano “allineati con il Terzo Potere”. E corre anche l’obbligo di ricordare le migliaia di detenuti in attesa di giudizio che, però, sono “poveri Cristi”, e a loro non si applicano pene alternative, come l’affidamento ai Servizi Sociali.
Avete visto, infine, come è finita per il Centro (c’è un Centro?)-Sinistra, con la naturale candidatura già “appaltata” da Conte quando con la Schlein ci fu l’incontro conviviale a Roma? Il candidato alla Presidenza della nostra Regione è Roberto Fico. “È un bravo ragazzo”, si dice di lui.
È un’affermazione che ricorre ogniqualvolta non ci sono titoli o imprese compiute, né meriti acquisiti (a meno che non si voglia paragonare la Presidenza di un’Assemblea a esperienza politica). E, per non essere scortese con la persona oggetto del giudizio, si usa dire “bravo ragazzo”.
De Luca si è dovuto inchinare alla volontà della Schlein, con la concessione del figlio come unico candidato alla segreteria regionale e due assessorati di peso, espressa in tutti i modi possibili, sull’onda dell’assunto che chi rimane nello stesso posto di comando per troppo tempo devia dalla retta via. Principio assurdo, specie quando, poi, a decidere veramente sono gli elettori, il Popolo.
Immagino già cosa accadrà all’interno dello stesso Consiglio Regionale o nella composizione della Giunta, presupponendo, come credo, una facile vittoria del “capo largo”, magari con un più marcato scarto di voti in meno per il Presidente che per la somma di tutte le liste che l’appoggiano.
Per il Centrodestra, poi, ancora “non pervenuto”.
Più volte ho scritto che, con la coalizione tra i Dem e i Pentastellati, non c’è spazio per altre ipotesi se non la vittoria. La precedente corsa personale dei cosiddetti “big” della politica locale del Centrodestra si è trasformata in una precipitosa “ritirata”.
Ed ecco il “demiurgo” di turno, il sempiterno candidato della “società civile”. A questi spetterà la scelta se accettare una carica elettiva pubblica di tutto rispetto, essendo stata “inventata” nel nostro Statuto la carica del “Capo dell’Opposizione”, con stanze, decine di “comandati” e appannaggio maggiorato di indennità.
Può anche accadere, però, che la professione di Rettore di una delle più prestigiose Università europee sia più importante. Ed allora, mi chiedo: perché spendere il nome di una professionista prestigiosa, che ha incarichi soprattutto di “equilibrio” in un mondo universitario così frastagliato e bollente, “appiccicargli” un’etichetta politica?

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