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la polemica
12 Ottobre 2025 - 18:54
Fulvio Martusciello
C’è chi lo considera un simbolo religioso, e chi un segno di civiltà.
Ma per Fulvio Martusciello, segretario regionale di Forza Italia in Campania, il crocifisso è soprattutto una radice culturale da riconoscere e custodire.
«Tra i primi atti del nuovo Consiglio regionale proporremo il crocifisso nelle scuole della Campania» ha annunciato, aprendo un dibattito che intreccia fede, identità e libertà.
La proposta, spiega Martusciello, non nasce da una logica confessionale: «La decisione sull’affissione del crocifisso spetta alla dirigenza scolastica e deve essere presa con un provvedimento interno che rispetti le opinioni di tutti. Non è una decisione che può essere imposta da un singolo docente o da una circolare generale, né si può imporre la rimozione del simbolo».
Un passaggio che richiama la sentenza della Corte di Cassazione, la quale ha riconosciuto che «non si può imporre la presenza del crocifisso perché non è conforme al principio di laicità dello Stato, ma la sua presenza non è discriminatoria e deve essere affrontata cercando una soluzione condivisa».
Per il leader degli azzurri campani, quella legge regionale potrebbe proprio essere quella “soluzione condivisa” che unisce e non divide: «Una legge approvata a larga maggioranza può rappresentare quella sintesi, in linea con la Cassazione. Offriamo questo spunto a Edmondo Cirielli, certi che ci supporterà su questa iniziativa».
La risposta dal mondo civile e religioso è arrivata subito.
Don Luigi Merola, prete e presidente della Fondazione “’A voce d’’e creature”, ha definito quella di Martusciello «una proposta del buon senso, di crescita».
«Il crocifisso - ha detto - è prima di tutto un fatto culturale. È come osservare un quadro: se lo togli, togli il museo. Racconta la storia di un uomo che ha dato la vita. La rimozione forzata, per me, è stato un giorno di sofferenza, un giorno buio, perché è come se volessimo cancellare i segni della nostra storia».
Poi l’affondo umano e pastorale: «Anche chi non crede sa che Gesù è esistito, è presente perfino nel Corano. Non capisco chi possa sentirsi offeso da un gesto d’amore, da un simbolo che rappresenta il dono di sé. È una proposta normale, di rispetto e di memoria».
E infine l’appello: «Mi auguro che, oltre ai simboli, ci sia attenzione ai più deboli. Io faccio il sacerdote e vedo ogni giorno bambini che non possono permettersi neanche un quaderno. La politica deve ripartire da loro».
Dello stesso parere suor Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica ed esperta di politiche scolastiche: «È una proposta sulla quale non posso che essere favorevole. Il crocifisso non è solo un segno di fede, ma il simbolo di un amore indiviso, per tutti gli uomini. Spiace che un segno di pace sia diventato oggetto di polemiche ideologiche e divisive. La chiarezza delle posizioni è la base del dialogo vero, e il rispetto delle proprie radici è la prima forma di accoglienza».
Da Pompei, Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha voluto sottolineare la portata politica dell’iniziativa: «È una proposta di equilibrio e di rispetto, che valorizza le nostre radici senza escludere nessuno. Il crocifisso è parte integrante della nostra identità e riaffermarla non ostacola il dialogo con culture diverse, anzi lo rafforza. Il riconoscimento reciproco è la base per un confronto vero e proficuo».
E ancora: «Il crocifisso rappresenta la nostra storia, la nostra cultura e la nostra civiltà. Non è un simbolo di chiusura, ma di apertura: ricorda il valore della persona, la dignità umana, il sacrificio e la solidarietà».
A sostegno di Martusciello interviene anche Gianfranco Librandi, vicesegretario regionale di Forza Italia, che richiama Benedetto Croce: «Ha ragione Martusciello: il crocifisso non è soltanto il simbolo della religione cattolica, è il simbolo della cultura dell’Italia e dell’Europa, come ricordava Croce nel suo saggio “Perché non possiamo non dirci cristiani”. È giusto che la scuola, luogo di istruzione e di trasmissione della nostra cultura, gli dia un posto adeguato nelle aule. Difendere i simboli che raccontano la nostra storia significa difendere la libertà e la dignità della nostra comunità».
Così, da Napoli a Roma, dalla scuola alla politica, la proposta del crocifisso è diventata un terreno comune per riaffermare l’identità di un Paese che non ha paura delle proprie radici.
Un gesto che parla di memoria, di rispetto e di libertà, prima ancora che di fede.
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