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14 Ottobre 2025 - 10:16
NAPOLI. Lavoro e morte, un binomio che sta diventando strage, In otto mesi si contano 493 infortuni mortali in occasione di lavoro e 188 in itinere. Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia sono le regioni con il maggior numero di vittime totali anche a fine agosto. I settori più colpiti restano Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti, Magazzinaggio e Commercio. Si registra ancora una lieve diminuzione nel numero complessivo delle denunce di infortunio. «L’estate 2025 lascia dietro di sé un triste bilancio di infortuni e morti sul lavoro. I dati a fine agosto parlano, infatti, di 681 decessi, numeri drammatici che narrano una tragedia che si ripete anno dopo anno.
La situazione a fine agosto appare stabile rispetto allo scorso anno, quando le vittime erano 680; ma la stabilità non può certo rappresentare un indicatore di speranza dal momento che, nel nostro Paese, si continua a morire ogni giorno. È come se non si comprendesse ancora che la sicurezza sul lavoro è la migliore arma contro gli infortuni e, allo stesso tempo, l’alleata principale per la qualità della vita dei lavoratori” Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, ha parole di grande tristezzasulla base della più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti. A finire in zona rossa ad agosto 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale, sono Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia e Calabria. In zona arancione: Trentino-Alto Adige, Puglia, Veneto, Liguria, Sardegna, Abruzzo e Toscana. In zona gialla Piemonte, Marche, Valle d’Aosta ed Emilia-Romagna. In zona bianca Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Molise.
Avevamo detto che sono 681 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 493 in occasione di lavoro (14 in meno rispetto ad agosto 2024) e 188 in itinere (15 in più rispetto ad agosto 2024). La maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro va ancora alla Lombardia (68). Seguono: Veneto (53), Campania (49), Sicilia (41), Piemonte (38), Toscana (35), Emilia-Romagna (34), Puglia (33), Lazio (32), Liguria (15), Sardegna e Calabria (14), Trentino-Alto Adige (13), Umbria, Marche e Abruzzo (12), Basilicata (9), Friuli-Venezia Giulia (7), Molise e Valle d’Aosta (1). L’Osservatorio mestrino elabora anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità.
Nei primi otto mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (66,5) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni, seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni. Numericamente invece, la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni. In totale sono 58 le donne decedute nei primi otto mesi del 2025 (1 in meno rispetto al 2024). Di queste 28 hanno perso la vita in occasione di lavoro e 30 in itinere, cioè nel percorso casalavoro. Sono 148 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere più che doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 43 morti ogni milione di occupati, contro i 18 italiani. Alla fine di agosto 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni con 78 decessi.
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