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carte da viaggio
14 Ottobre 2025 - 11:30
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
L’officina del consenso non ha codici segreti. Chi governa, ripresentandosi, vince sempre a mani basse. È stato così per Acquaroli nelle Marche, per Occhiuto in Calabria e, puntualmente, per Giani in Toscana. Un successo che rappresenta una bombola d’ossigeno per l’ansimante campo largo, in un territorio tradizionalmente legato al centrosinistra. Dove, dietro al Governatorato, si giocano delicati equilibri tra ogni partito della coalizione per verificare poi la forza contrattuale da mettere in campo nelle prossime elezioni politiche. Lo spezzatino regionale ci proietta ora verso fine novembre con le Regionali in Veneto, Puglia e Campania.
Nessun presidente uscente si ripresenta. Ma in realtà solo la nostra Regione conserva alcuni margini di incertezza. Legati più alle emicranie del centrosinistra che a reali traiettorie di sviluppo delle forze di governo. I temi del dissenso sono tanti. Fico, giova ripeterlo, è un candidato mal digerito, per dieci anni all’opposizione di Palazzo Santa Lucia. Giova ricordare che, quando si presentò da sindaco al Comune di Napoli, raccolse una percentuale da semplice prefisso telefonico. De Luca, con la presentazione della sua lista, vuole mostrare la forza che ancora possiede in Regione, soprattutto ora che il figlio è alla guida del Pd regionale, mentre i 5 Stelle non godono più di quel largo consenso legato, in Campania, al reddito di cittadinanza.
Un panorama che si muove tra crepe e fratture, disegnando un percorso sicuramente accidentato. In questo contesto, Edmondo Cirielli può giocarsi le sue carte, infilandosi nelle contraddizioni del centrosinistra. È l’unico che ha allestito, al momento, una base programmatica, si sta rapportando personalmente con ogni singolo candidato della coalizione, conosce bene il meccanismo elettorale alla luce di esperienze nazionali, regionali e provinciali. Un candidato che conosce le dinamiche del voto e del consenso, dotato di un radicamento tradizionale. Ma siamo ai primi fuochi d’artificio, la campagna resta lunga e articolata e le prossime mosse potrebbero confermare o stabilire nuovi equilibri.
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