Speciale elezioni
l'opinione
09 Novembre 2025 - 10:15
La Campania torna al voto il 23 e 24 novembre, e questa volta non c’è più tempo per rimandare le scelte. Le liste sono chiuse, i candidati hanno acceso la sfida, i manifesti tappezzano le città, ma il vero protagonista rischia di restare ancora una volta invisibile: l’elettore indeciso o quello rassegnato che sceglie di non votare. I sondaggi raccontano una corsa aperta, con Roberto Fico avanti su Edmondo Cirielli di circa sette punti secondo l’ultima rilevazione di Noto per “Porta a Porta”, ma con un dato che pesa più degli altri: l’astensione resta altissima, e in un quadro tanto fluido basterebbe poco per ribaltare le previsioni. A
ltri istituti mostrano una rimonta del centrodestra, altri ancora confermano il vantaggio del campo progressista. Ma al di là dei numeri, il messaggio è chiaro: più bassa è l’affluenza, più pochi decideranno per tutti. E chi resta a casa lascia che altri scelgano per lui la sanità in cui sarà curato, le strade su cui viaggerà, le scuole che frequenteranno i suoi figli. Questa campagna elettorale ha ormai varcato i confini tradizionali. I comizi in piazza sono sempre meno affollati, mentre i social bruciano messaggi a ogni ora del giorno. Video, dirette, post sponsorizzati, meme e parole d’ordine costruiscono consenso e orientano umori.
Fico e Cirielli si sfidano anche lì, nei feed e nelle storie, in una battaglia fatta di like e condivisioni più che di strette di mano. Eppure, proprio in questo mondo digitale dove tutto sembra contare, l’unico gesto davvero decisivo resta ancora quello più antico: mettere una croce su una scheda. L’algoritmo non sostituirà mai il voto, e nessun post potrà trasformarsi in rappresentanza. Chi non vota, oggi, non manda un messaggio di protesta ma firma la propria irrilevanza. La disillusione è comprensibile, ma non può diventare abitudine.
Non serve credere in un partito, basta credere nella possibilità di scegliere. Votare non è un atto di fede ma di libertà, è il modo più concreto per dire “ci sono” e per non lasciare che a decidere siano sempre gli altri. La Campania è una terra complessa, ricca di energia e contraddizioni, con città che crescono e province che si spopolano, con giovani che partono e altri che restano a lottare. Questo voto riguarda loro, riguarda te, riguarda chi ogni giorno affronta le conseguenze delle scelte politiche altrui. Restare a casa significa confermare lo status quo, significa accettare che nulla cambi.
Il 23 e 24 novembre, tra un sondaggio che sale e uno che scende, tra una diretta su Instagram e una promessa di piazza, la sola differenza reale sarà tra chi partecipa e chi rinuncia. La democrazia non è uno spettacolo da guardare ma un gesto da compiere. Quando le urne si apriranno, non serviranno slogan o applausi, servirà solo una matita. E quella matita, oggi più che mai, vale più di mille post.
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