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l'intervista
26 Novembre 2025 - 18:42
NAPOLI. È uno dei personaggi più popolari e riconosciuti della Campania, capace di parlare a migliaia di persone con un linguaggio diretto, immediato, quasi familiare. Rita De Crescenzo non appartiene alla politica tradizionale e non ha mai cercato ruoli o candidature. La sua forza nasce altrove: nella presenza costante nei quartieri, nel contatto quotidiano con una comunità che la segue, la ascolta e la considera un punto di riferimento. Per questo, nelle ultime ore, il suo nome è finito al centro di analisi e polemiche legate al voto regionale, attribuendole un’influenza che lei stessa definisce esagerata e lontana dalla realtà. “Io non ero candidata”, sottolinea. E il suo ruolo, come spiega in questa intervista, è stato soltanto quello di sostenere un amico di lunga data, Pasquale Di Fenza, con la spontaneità che contraddistingue ogni suo gesto.
In queste ore il suo nome è finito al centro di molte polemiche legate alle elezioni regionali. Come ha vissuto questa situazione?
«Con molta serenità. Io non ero candidata, non cercavo voti per me e non avevo alcun interesse personale. Mi sono limitata a fare ciò che faccio sempre: parlare alla mia comunità con sincerità. Le polemiche dei giornali francamente mi stupiscono. Chi mi segue sa bene che non ho mai chiesto nulla per me, né avrei motivo di farlo oggi».
Qual è stato il suo ruolo in questa campagna elettorale?
«Io sono amica di Pasquale Di Fenza. Lo conosco da anni, lo stimo come persona e credo nei suoi valori. Per questo, in modo pulito e spontaneo, ho semplicemente invitato i miei follower a sostenere un amico, una persona perbene. Non ho fatto altro. Nessuna strategia, nessun calcolo. Solo un gesto di lealtà».
Si è parlato molto dei voti nei seggi, soprattutto a Poggioreale. Come risponde?
«Io non posso rispondere di interpretazioni o ricostruzioni che non mi riguardano. Posso solo dire una cosa: la mia gente sa chi sono. Sa che i miei messaggi sono sempre chiari, mai ambigui. Io non ho mai detto “votate me”, perché non ero candidata. Ho detto “sostenete una persona che conosco e in cui credo”. Tutto qui. Le persone hanno votato nella massima libertà, come è giusto che sia».
C’è chi sostiene che la sua popolarità abbia influenzato le scelte degli elettori. Che ne pensa?
«La popolarità non sostituisce il voto libero. La gente non vota per simpatia o confusione: vota perché si riconosce in una persona o in un progetto. I miei follower sono adulti, consapevoli, capaci di scegliere. Io ho solo espresso un’opinione, come ogni cittadino. Poi ognuno ha votato secondo la propria coscienza».
Come giudica l’attenzione mediatica che si è creata attorno a lei?
«Mi sembra esagerata e anche un po’ ingiusta. I giornali cercano spesso la polemica dove non c’è. Io vivo lavorando, non facendo politica. Mi occupo della mia gente, delle famiglie che mi seguono, della mia attività. Non immaginavo certo di diventare un caso politico, perché non lo sono. Sono una persona normale che ha sostenuto un amico».
Cosa si sente di dire oggi a Pasquale Di Fenza?
«Che gli voglio bene e che gli sarò sempre leale. È una brava persona, corretta, rispettosa, e non merita di essere trascinata in discussioni inutili. Il mio sostegno è stato genuino e umano, non politico. E resta tale».
E cosa vuole dire a chi sta leggendo queste polemiche?
«Di guardare alla realtà. La realtà è che io non ero candidata, non ho chiesto voti per me e non ho nulla da rivendicare. Ho solo fatto un gesto di amicizia, con trasparenza e pulizia. Tutto il resto appartiene a chi ha bisogno di riempire pagine. Io vado avanti per la mia strada, con i miei valori e con la mia comunità».
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