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Il dibattito
30 Novembre 2025 - 09:19
Vincenzo De Luca e Roberto Fico
NAPOLI. Prima uscita pubblica del neo-governatore Roberto Fico che questa mattina sarà ospite di Casa Corriere Festival 2025 al Teatro di Corte di Palazzo Reale. Intanto, anche nelle ultime settimane del suo decennale mandato a Palazzo Santa Lucia Vincenzo De Luca fa capire di essere intenzionato a continuare a seguire, da un diverso osservatorio, le sorti della Campania. Concetti espressi più volte e ribadito anche nel consueto appuntamento social dell’altro giorno.
«Dal punto di vista del risultato politico non c’è stata nessuna novità. Si è registrata la riconferma dei governi precedenti. Qualcuno ha cercato di alimentare qualche illusione e sono state messe in campo parecchie porcherie clientelari. Ma tutto nella norma...» ha detto il governatore uscente.
Che, poi, ha puntato l’attenzione sul dato dell’astensionismo: «Quando va a vota il 40-41-42 per cento degli elettori c’è un problema enorme che riguarda la legittimazione democratica di chi viene eletto. Il secondo problema è la qualità della democrazia. In Campania la volta scorsa ha votato oltre il 50 per cento elettorato e la mia candidatura ha ottenuto un milione e 800 voti. In questa occasione, invece, il presidente eletto ha avuto mezzo milione idi voti in meno non solo per la flessione delle percentuali di voto su candidato ma anche per la drammatica riduzione degli elettori che si sono recati alle urne».
E ancora: «Nel corso degli ultimi decenni la riduzione dei partecipanti al voto è stata continua, edd è un problema che rinvia a tutti una serie di fattori che riguardano la politica, i partiti, le organizzazioni sindacali, i corpi intermedi, il crollo delle ideologie e soprattutto della fiducia di un miglioramento della vita».
Secondo De Luca «adesso si apre la sfida vera, quella di governare con la sua durezza, le sue difficoltà. Occorre tenacia nel lavoro. Dovremo seguire la vita politica con attenzione con grande rispetto e serenità. Suggerirei anche una punta di umiltà, conviene avere un momento di ascolto per capire bene le situazioni e le priorità dove mettere le mani. Dobbiamo fare in modo che non riemergano vecchi vizi spartitori, lottizzatori, vecchie tendenze all’opportunismo».
Infine: «Vedo cenni di interferenza di altre istituzioni sulla Regione, con esponenti di altre amministrazioni che parlano del presidente come se fosse uno da poter manovrare a piacimento con atteggiamenti e affermazioni poche corrette e poco rispettose per l’autonomia della Regione. Sarà il presidente eletto a decidere il proprio livello di autonomia e anche con quanta forza vorrà difendere la dignità istituzionale nei confronti di chi fa millantato credito».
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