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l'inchiesta
10 Dicembre 2025 - 09:26
I Carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, al termine di una complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Napoli e dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Napoli nei confronti di 11 persone, di cui due minorenni all’epoca delle indagini, ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, aggravata dal metodo mafioso e dall’uso di armi da fuoco, nonché di numerose cessioni di droga.
Le indagini hanno evidenziato come l’organizzazione abbia replicato il cosiddetto “sistema” delle piazze di spaccio del quartiere napoletano di Scampia – Secondigliano, trasferendolo nel complesso residenziale degradato “Royal Residence” di Castel Volturno, in località Villaggio Coppola Pineta Mare, dove risiedono numerose famiglie, vittime e ostaggio del gruppo criminale.
Le indagini, iniziate nella seconda metà del 2023 a seguito dell’incendio di un appartamento nel condominio – subito riconosciuto come atto intimidatorio finalizzato a soggiogare i residenti – hanno accertato che il gruppo, composto da pregiudicati provenienti da Secondigliano, aveva creato una vera e propria piazza di spaccio operativa 24 ore su 24. L’area era presidiata da una rete di vedette, con percorsi obbligati e sbarramenti all’interno del palazzo di dieci piani, e protetta da un sistema di videosorveglianza per prevenire interventi delle forze dell’ordine.
Il provvedimento odierno ricomprende una serie di episodi in cui è emerso come il gruppo operasse con metodologia mafiosa, imponendo un controllo di tipo militare sul complesso residenziale, avvalendosi di armi da fuoco e di spedizioni punitive per soggiogare i residenti e indurli all’omertà. Le indagini hanno anche fatto emergere che il sodalizio avrebbe ricevuto una “autorizzazione” all’apertura della piazza di spaccio da soggetti legati al clan dei Casalesi, fazione Bidognetti, storicamente egemone a Castel Volturno.
Significativi sono stati i numerosi episodi di violenza documentati, tra cui pestaggi eseguiti come “lezioni” per sodali, assuntori e condomini, incendi ai danni dell’amministratore e di altri residenti, e il grave ferimento di uno straniero di origine polacca, gambizzato con un’arma da fuoco clandestina e modificata.
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