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Regione Campania

«Dialogo sui fondi di coesione»

Il governatore all’iniziativa di Atreju: «I servizi pubblici devono essere accessibili a tutti, anche alle aree interne»

«Dialogo sui fondi di coesione»

Roberto Fico

NAPOLI. Nell’arena politica di Atreju, dove lo scontro identitario lascia spazio a momenti di confronto, Roberto Fico porta una relazione che punta dritto su uno dei dossier più pesanti del suo nuovo mandato: i fondi di coesione.

Il tutto prima di iniziare già oggi le prime consultazioni con i partiti della coalizione per la formazione della nuova giunta. Il presidente della Regione Campania sceglie di parlare per dinamiche concrete.

«I fondi di coesione sono fondamentali per il nostro lavoro. Esistono da oltre 50 anni e sono stati creati per ridurre le disuguaglianze tra i territori», afferma tracciando subito la cornice del ragionamento.

E aggiunge: «Dobbiamo affrontare la coesione in modo pratico. In città come Roma o Napoli è spesso evidente la divisione tra centro e periferia. È essenziale che tutte le aree della città crescano in modo equo, sia culturalmente che economicamente, e che i servizi pubblici siano accessibili ovunque».

Il passaggio sulle aree interne è il cuore politico del suo intervento. «Regioni come la Campania e il Lazio devono sviluppare meglio le aree interne. Perché continuano a spopolarsi? Perché mancano i servizi pubblici. Dove non ci sono servizi, le persone non rimangono».

L’idea di coesione, nelle parole di Fico, non è un titolo di piano ma un metodo: «Per promuovere la coesione dobbiamo progettare insieme alle comunità locali. Non possiamo decidere da soli ciò di cui hanno bisogno queste aree».

Poi il richiamo ai diritti costituzionali, che alza la temperatura del dibattito: «Ogni persona, sia che viva a Roma che a Napoli, deve avere le stesse opportunità di cura in caso di emergenza. Per le aree interne servono più scuole, più presidi sanitari, una gestione razionale dei servizi».

Il nodo, ribadisce, è invertire una tendenza storica: «Dobbiamo garantire che le persone possano rimanere nelle loro terre, costruendo per loro diritti attraverso servizi pubblici e lavoro. Senza questi, il diritto a rimanere non sarà garantito e le aree interne non saranno mai ripopolate».

La parte finale guarda all’Europa: «È fondamentale programmare bene i fondi. Le nostre regioni devono avere una forte relazione con l’Europa per massimizzare l’uso di queste risorse. Dobbiamo analizzare ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato, sempre con l’obiettivo di far crescere uniformemente tutto il territorio. Dobbiamo concentrare i nostri sforzi dove ci sono maggiori difficoltà occupazionali ed economiche. In questo lavoro, il dialogo con i ministeri, il Parlamento europeo e la Commissione europea è cruciale. Dobbiamo lavorare per il bene della comunità e capire come le nostre azioni possano realmente aiutare chi ha bisogno. Solo così potremo realizzare il vero concetto di coesione».

Non mancano le letture politiche. Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia, rivendica la scelta di ospitarlo: «Noi abbiamo sempre invitato tutti. Atreju è per antonomasia il luogo del confronto, chi ha un’identità certa non teme di dare parola anche a chi la pensa diversamente. Una buona pratica che nella politica italiana si riscontra solo nell’esperienza di Fratelli d’Italia con Atreju».

Dal fronte moderato arriva la voce di Gianfranco Librandi, vicesegretario regionale di Forza Italia: «Il tema della coesione è centrale anche per noi. Ma per ridurre le disuguaglianze servono efficienza amministrativa, capacità di spesa e tempi certi. Monitoreremo con attenzione l’uso dei fondi».

iù netto il giudizio del senatore della Lega Gianluca Cantalamessa: «Bene parlare di servizi e aree interne, ma per anni la Campania è stata frenata da scelte sbagliate e immobilismo. Se Fico vuole davvero cambiare passo, saremo i primi a verificarlo».

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