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25 Febbraio 2019 - 20:07
Centinaia di piccoli pazienti con virosi respiratorie e problemi gastrointestinali
NAPOLI. Centinaia di piccoli pazienti con virosi respiratorie e problemi gastrointestinali. A lanciare l'allarme sono i pediatri di famiglia della Fimp (Federazione italiana dei medici pediatri), preoccupati per il colpo di coda dell'influenza stagionale, che in Campania si sta rivelando più severa del previsto. «Se negli adulti il virus è stato tutto sommato nella media - spiega il vicepresidente nazionale Antonio D'Avino - nei bimbi al di sotto di un anno si è invece mostrato estremamente aggressivo». A parlare sono i dati: nella settimana tra l'11 e il 17 febbraio si sono registrati 663.000 nuovi casi, che portano il totale degli italiani colpiti a 5.968.000. Nella fascia di età 0-4 anni l'incidenza è pari a 31,76 casi per mille assistiti, più elevata delle altre. Per i più piccoli il pericolo maggiore arriva dal continuo contatto viso-viso o mani viso. «È molto frequente che gli adulti “raffreddati" accarezzino il viso dei bimbi piccolissimi, il nasino o le guance in prossimità della bocca. Si tratta di gesti d'affetto molto comuni, che tuttavia mettono a rischio la salute del bimbo. Difficilmente, infatti, questi gesti vengono compiuti dopo essersi lavati le mani». Non solo. È ormai molto frequente l'escursione termica tra le ore mattutine e quelle serali, con giorni in cui le temperature scendono sino a livelli critici. «I maggiori problemi - dice infatti Antonio Carpino, referente provinciale della Fimp Napoli - li stiamo avendo a causa delle alte temperature del mattino e di quelle particolarmente rigide della sera, escursioni anche di 10 gradi che colgono del tutto impreparati i genitori, soprattutto se “alle prime armi"». L'appello dei pediatri di famiglia è quello a «non correre inutilmente al pronto soccorso, per non rischiare di esporre i bambini a rischi inutili e per non congestionare l'attività di emergenza». «In caso di dubbi o di febbre - conclude Carpino - la cosa migliore che si possa fare è sempre quella di scegliere un contatto diretto con il proprio pediatra di famiglia, sarà lui a consigliare sul da farsi».
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