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22 Maggio 2019 - 18:49
SALERNO. Un pezzo di storia della medicina mondiale è passato per le mani dei cardiochirurghi dell'azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno: i medici si sono trovanti alle prese con una protesi cardiaca impiantata da Christiaan Barnard, autore del primo trapianto di cuore della storia dell'umanità. Un intervento che sembrava normalissimo, quello eseguito la scorsa settimana dall'équipe di Severino Iesu, che con i suoi colleghi «non ha potuto fare a meno dal provare una certa emozione». Aveva solo 5 anni la signora di sessant'anni stesa sul tavolo operatorio dell'ospedale salernitano, quando scoprì di avere un serio problema alla valvola mitrale. I genitori si informarono e, dopo un'attesa di 5 anni, arrivarono a chiedere al fratello, un 25enne, di prendersi cura di lei. Li fecero andare all'altro capo del mondo, dove non comprendevano nemmeno una parola. La piccola con sé aveva solo il fascicolo medico. Così, lontana da casa, la bimba che ormai aveva compiuto 10 anni fu sottoposta a un intervento al cuore che, all'epoca, aveva una mortalità non trascurabile. Passò 4 mesi nel centro Groote-Schuur di Città del Capo, seguita con cura dal cardiochirurgo che aveva eseguito l'intervento, Christiaan Barnard, che solo 2 anni prima aveva effettuato il primo trapianto di cuore al mondo. Gli specialisti del Ruggi hanno potuto notare la straordinaria durata della valvola («non si ha documentazione di altra valvola durata cinquant'anni», scrivono in una nota), prima di intervenire sulla paziente operata da un chirurgo «che ha segnato pagine fondamentali del progresso scientifico».
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