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Istat: riparte la “fuga” dalla Campania

Istat: riparte la “fuga” dalla Campania

NAPOLI. Sono 1.887.463 iscrizioni in anagrafe e 1.745.978 cancellazioni dovute a trasferimenti di residenza nel 2022. Il tutto tenendo conto che nel 2021 si era già registrata una ripresa della mobilità, a seguito dell’attenuazione delle misure restrittive di contenimento della pandemia, che è proseguita nel 2022, mostrando incrementi moderati dei flussi migratori interni e incrementi più marcati delle iscrizioni dall’estero, accompagnati da una forte riduzione dei flussi in uscita dal Paese. Sono questi i dati essenziali dell’ultimo report dell’Istat sulla dinamica demografica. I movimenti tra comuni hanno coinvolto un milione e 484mila persone, con un incremento del 4,3 per cento rispetto al 2021, ritornando ai livelli del 2019. Nel 2022 l’incremento della mobilità residenziale si è mantenuto abbastanza omogeneo nel corso dei mesi, con un picco a maggio (+11,3 per cento sullo stesso mese del 2021). Solo nei mesi di aprile, luglio e dicembre si osservano lievi riduzioni dei trasferimenti interni, tra lo 0,1 e il 2 per cento. La Lombardia (+21.755) e l’Emilia-Romagna (+17.298) mostrano i livelli più alti del saldo migratorio interno mentre le regioni con i deficit maggiori sono la Campania (-24.008) e la Sicilia (-17.355). In rapporto alla popolazione residente l’Emilia Romagna e la provincia autonoma di Trento evidenziano i tassi migratori netti interni più elevati (rispettivamente del +3,9 per mille e +3,0 per mille), la Basilicata e la Calabria i più bassi (entrambe -5,5 per mille). Circa 24mila decessi dei complessivi 53mila in eccesso su scala nazionale si rilevano al Nord, 10mila al Centro e 19mila nel Mezzogiorno. Il surplus di mortalità rispetto ai valori ipoteticamente attesi è tuttavia inferiore alla media nazionale (+8,1 per cento) sia al Nord (+7,8) sia al Centro (+7,5), mentre nel Mezzogiorno si presenta superiore (+8,8). Rispetto al genere l’eccesso di mortalità interessa più le donne, tra le quali si rilevano 31mila decessi in più sul valore atteso, pari al 59 per cento del surplus totale.

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