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07 Ottobre 2021 - 07:00
NAPOLI. Secondo l’ex ras Gennaro Carra sarebbe stata lei a gestire parte della cassa del clan durante la detenzione del marito Salvatore Cutolo, alias “Borotalco”, indiscusso boss della “44” del rione Traiano. Tra le mani di Giuseppina Ostinato sarebbero così passati, in particolare, almeno 5mila euro al mese: soldi, neanche a dirlo, di provenienza illecita. Quelle stesse accuse che nella scorsa primavera avevano portato la 55enne agli arresti domiciliari, ieri mattina si sono però liquefatte davanti ai giudici della Cassazione.
La Suprema Corte, accogliendo le argomentazioni della difesa, rappresentata dagli avvocati Andrea Imperato e Antonella Regine, ha infatti annullato l’ordinanza di custodia cautelare ritenendo insussistenti i gravi indizi di colpevolezza formulati a carico di Ostinato. La presunta lady camorra di Soccavo è così tornata a essere una donna libera, in attesa che l’iter giudiziario faccia il suo corso. A non convincere sono state dunque le dichiarazioni di Genny Carra, il principale accusatore della donna, per anni a capo della cosca insieme al rampollo Vincenzo Cutolo, di recente dissociatosi dai propri trascorsi di malavitoso. La moglie del boss doveva essere trattata con un certo “rispetto” e per questo motivo il clan non le aveva mai fatto mancare un lauto “stipendio”. Oltre che la partecipazione alla gestione a una prolifica piazza di spaccio che lei avrebbe poi a sua volta affidato a un proprio uomo di massima fiducia. Era un ritratto conciso e chirurgico, almeno sulla carta, quello che il pentito Carra ha affidato agli inquirenti della Dda descrivendo il ruolo della 55enne Giuseppina Ostinato, consorte dello storico padrino Salvatore “Borotalco”). Ostinato l’11 maggio scorso era finita agli arresti domiciliari (undici le persone complessivamente arrestate) e proprio le dichiarazioni dell’ex ras della “44” del rione Traiano si sono rivelate determinanti ai fini dell’emissione del provvedimento cautelare. Di lei Carra ha infatti spiegato: «Giuseppina Ostinato - ha messo a verbale - è la moglie di Salvatore Cutolo. Il clan Cutolo destina 5.000 euro almese a Salvatore Cutolo, che sono consegnati alla Ostinato. Dal 2007 il pagamento è sempre stato regolare.
La Ostinato sa che i soldi vengono dai proventi illeciti del clan». La donna, stando a quanto sostenuto da Carra e ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, non si sarebbe comunque limitata a usare la cosca come salvadanaio personale, ma sarebbe a sua volta diventata, almeno in parte, titolare di una prolifica base di spaccio: «In ogni caso - ha poi aggiunto Gennaro Carra - la Ostinato, tramite un ragazzo di nome Stefano, copre il turno di mattina della piazza di spaccio di erba di Vincenzo Gravina. La Ostinato non ha poteri decisionali. Una volta ha partecipato a una riunione alla quale eravamo presenti io, Francesco Pietroluongo, Vincenzo Gravina, Pasquale Pesce e Salvatore Marfella. L’oggetto era un debito che Gravina aveva contratto per un acquisto di erba con il clan di Pianura. Salvatore Cutolo, essendo ristretto al regime del carcere duro, non partecipa alle decisioni del clan, anche se nei colloqui ai quali ho partecipato capiva al volo la situazione». Dunque nessun’accusa a carico di “Borotalco”, ma soltanto della consorte. Eppure anche le rivelazioni fornite in merito al ruolo che la 55enne avrebbe avuto all’interno della cosca hanno finito per sgretolarsi. Da ieri lady Cutolo è di nuovo a piede libero.
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