Tutte le novità
05 Settembre 2023 - 07:30
NAPOLI. Minacce e attentati a Scampia per cacciare i parenti del ras neo pentito, la Procura non perde tempo e, dichiarate concluse le indagini preliminari, ottiene il giudizio immediato per boss e gregari del clan Raia dello Chalet Bakù. La cupola capeggiata dal ras Francesco Raia prova però a limitare i danni e, giocando di anticipo, chiede di essere processata con il rito abbreviato, puntando così a un non indifferente sconto di pena in caso di eventuale condanna. L’appuntamento in aula è fissato per il prossimo 18 ottobre e vedrà alla sbarra, oltre al boss Raia, anche Francesco Esposito, Tommaso Rusciano, Salvatore Russo e Salvatore Gemito: tutti difesi di fiducia dall’avvocato Dario Carmine Procentese. Le indagini sulla guerriglia scoppiata in seguito al pentimento di Raffaele Notturno erano arrivate a una svolta nel dicembre dello scorso anno, quando la polizia arrestò in un colpo solo tutti i cinque uomini del “sistema” dello Chalet Bakù, che comprende i famigerati Lotto T/a e Lotto T/b. Contro i cinque erano stati acquisiti indizi di colpevolezza, ritenuti gravi dagli inquirenti, in relazione a una decina di azioni intimidatorie, perpetrate con spargimento di liquido infiammabile ed esplosione di colpi d’arma da fuoco. L’attività di indagine è stata avviata nel mese di ottobre a seguito dell’improvvisa conflittualità registrata per il controllo delle attività illecite, soprattutto nei lotti T/a e T/b, tra i gruppi Raia e Notturno. Anche se alcuni esponenti delle rispettive famiglie non si erano mai troppo voluti bene, gli investigatori sono rimasti un po’ sorpresi della violenza scatenata dai primi: infatti entrambi i clan facevano parte dell’alleanza con gli Abete-Abbinante che dichiarò guerra agli Amato-Pagano nella terza faida di Scampia, vinta da questi ultimi con l’appoggio dei “Girati” della Vanella Grassi. Raffaele Notturno aveva avviato il percorso di collaboratore con la giustizia mentre si trovava a piede libero, una circostanza piuttosto insolita, almeno nella recente storia della criminalità organizzata napoletano: il ras si trova infatti indagato, ma mai condannato, per l’omicidio di Mario Perrotta: accusa dalla quale era stato scagionato dal Riesame. A inchiodare i ras del clan Raia non era stata però solo la coraggiosa denuncia dell’ex moglie del ras Raffaele Notturno, ma ci avevano pensato anche le scottanti dichiarazioni messe a verbale da due nuovi super pentiti: Luigi Rignante, ex uomo degli Abbinante, e Pasquale Paolo, figlio del ras dei Di Lauro Raffaele Paolo. Proprio il secondo ha riferito agli inquirenti della Dda, della scissione in corso tra i Notturno e i Raia: «Costantino Raia lo conosco bene... Come mi ha riferito lui, la famiglia Raia comanda nello Chalet Bakù, avendo cacciato Raffaele “’o mbriacone”, il padre del chiattone, Nicola Notturno, che uccisero nella 167. Mi disse che qualche tempo dopo l’omicidio, la famiglia Raia si era presa lo Chalet Bakù e avevano chiuso Raffaele Notturno in casa, nel senso che non contava più niente e non poteva fare affari, droga, nulla».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo