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La storia

Il nuovo "Roma" compie 28 anni

Il ritorno in edicola il 12 ottobre 1996 per il più antico quotidiano del Sud

Il nuovo "Roma" compie 28 anni

Oggi il “Roma” ultima edizione, quello riportato in edicola da Pinuccio Tatarella il 12 ottobre del 1996, compie 28 anni. Dal 1 marzo del 2013 è edito da una cooperativa di giornalisti. È l’occasione per ricordare ai nostri lettori la storia del più antico quotidiano del Mezzogiorno attraverso una breve ricostruzione.

La storia del “Roma” (1822-2024)

Il quotidiano “Roma”, fondato il 22 agosto 1862, rappresenta il più antico giornale del Mezzogiorno d’Italia, con una storia che si intreccia profondamente con le vicende storiche, politiche e culturali del Paese. Nel corso dei suoi 162 anni di vita, ha attraversato molteplici trasformazioni, ma ha sempre mantenuto un ruolo centrale nella cronaca e nel dibattito pubblico del Sud Italia.

Le origini e il Risorgimento

La fondazione del “Roma” avviene in un momento storico cruciale per l’Italia: il periodo post-unitario. A Napoli, appena entrata nel Regno d’Italia dopo la fine della monarchia borbonica, il clima era quello di grande fermento politico e culturale. In questi anni, la parola “Roma” era sinonimo di Risorgimento, e l’esclamazione “Roma o morte!” di Giuseppe Garibaldi incarnava il desiderio di libertà e unificazione della nazione.

Il primo numero del “Roma” venne pubblicato il 22 agosto 1862, sotto la direzione di Pietro Sterbini, con l’editore Diodato Lioy, un professore universitario. La redazione e la tipografia si trovavano a vico Luperano, nel Cavone, a pochi passi da piazza Dante. Il giornale, fin dal nome, richiamava l’anelito di libertà e la lotta per l’unificazione italiana, un tema sentito e condiviso da molti intellettuali del tempo. In questo periodo, i giornalisti e gli intellettuali si riunivano nei caffè del centro cittadino, come il famoso Caffè Gallo e il Caffè Diodati, creando un vivace ambiente di discussione politica e culturale.

L’espansione del quotidiano e la Napoli del Primo Novecento

Negli anni successivi all’Unità d’Italia, il giornale “Roma” divenne il portavoce delle istanze garibaldine e mazziniane. Con l’uscita del primo numero del “Mattino” nel 1892, il panorama editoriale napoletano era in pieno fermento, con oltre dieci quotidiani attivi in città, che vendono complessivamente circa settantamila copie. Il “Roma” emergeva come il leader indiscusso, con oltre ventimila copie giornaliere, guadagnandosi una reputazione di autorevolezza mai messa in discussione.

Durante questo periodo, il giornale ospitava le firme di importanti personalità come Francesco De Sanctis e continuava ad essere una delle principali voci del panorama giornalistico napoletano. La sua sede si trasferì più volte per seguire la crescita della testata. Dopo vico Luperano, passò a Cisterna dell’Olio e successivamente sotto i portici del mercato di Monteoliveto, sino a stabilirsi nel Palazzo Lauro a via Cristoforo Colombo, sotto la gestione dell’armatore Achille Lauro negli anni ’50.

L’era Lauro e il “Roma”

Negli anni ’50 e ’60, sotto la proprietà del potente armatore e sindaco di Napoli Achille Lauro, il “Roma” raggiunse il suo apice di diffusione e influenza. Durante questo periodo, il quotidiano si affermò come uno dei principali giornali italiani, con una tiratura giornaliera molto elevata e una copertura capillare delle notizie, non solo locali, ma anche nazionali.

Tra i direttori più noti di quegli anni si ricordano Alfredo Signoretti, Alberto Giovannini e Piero Buscaroli, che contribuirono alla crescita del giornale. Collaborarono al “Roma” intellettuali del calibro di Leo Longanesi e Julius Evola, rendendo la testata un punto di riferimento per il dibattito politico e culturale dell’epoca.

La chiusura e il rilancio del “Roma”

Il 3 Novembre del 1980, venti gironi prima del tragico terremoto in Irpinia, il “Roma” fu costretto a chiudere, segnando una pausa dolorosa nella storia della più antica testata del Mezzogiorno. Dopo una breve parentesi di ripresa dal 1990 al 1993, sotto la direzione del re del grano Pasquale Casillo, il giornale tornò definitivamente nelle edicole il 12 ottobre 1996 grazie all’iniziativa di Giuseppe Tatarella, che lo rilanciò come un quotidiano orientato a valorizzare le questioni del Meridione. Questo rilancio segnò un nuovo capitolo nella storia del “Roma”, che trovò una rinnovata vitalità, mantenendo un impegno costante nella cronaca e nell’approfondimento dei temi del Sud Italia.

Dal 1 marzo 2013, la gestione del giornale è passata nelle mani dei suoi giornalisti, che hanno costituito una cooperativa, garantendo la continuità delle pubblicazioni grazie agli incassi delle vendite e della pubblicità, senza l’appoggio di grandi editori.

Le sedi del “Roma”

Nel corso dei suoi 162 anni di storia, il “Roma” ha cambiato più volte sede, spostandosi nei luoghi più iconici di Napoli. La prima redazione si trovava nel vico Luperano, ma con la crescita delle vendite, che già nei primi giorni superavano le diecimila copie, fu necessario trasferirsi nello stabilimento tipografico Giannini a Cisterna dell’Olio. Negli anni successivi, la sede del giornale si spostò più volte: da Monteoliveto, a via Madonna dei Tironi, fino alla prestigiosa sede di via Cristoforo Colombo sotto la proprietà di Lauro.

Dopo il ritorno in edicola nel 1996, il “Roma” trovò sede in via Chiatamone, per poi spostarsi successivamente in via Generale Orsini, Viale Augusto 56, e infine nell’attuale sede di corso Garibaldi 32.

Il “Roma” oggi

Oggi, il quotidiano “Roma” continua la sua attività con una missione chiara: raccontare le vicende del Sud Italia con uno sguardo attento e profondo, mantenendo viva una tradizione giornalistica che affonda le sue radici in oltre un secolo e mezzo di storia.

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