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Volontariato, una presenza in aumento nel campo della cultura: uno studio di Srm

Volontariato, una presenza in aumento nel campo della cultura: uno studio di Srm

In Italia ci sono quattromila e 416 luoghi del patrimonio culturale, archeologico e artistico e per il 65% sono di proprietà pubblica: 53 sono i siti Unesco di interesse storico e archeologico, il 4,6% dei 1.148 totali nel mondo, di cui almeno 14 di interesse sono al Sud. Un ruolo che non è sostitutivo, ma è una risorsa umana preziosa a supporto della conoscenza, della cura e della valorizzazione del patrimonio artistico-culturale, come ha evidenziato uno studio di Srm, il Centro studi napoletano collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo presentato alla XXVI Borsa mediterranea del turismo a Paestum durante una tavola rotonda sul tema: Cultura e Archeologia per un turismo sostenibile di qualità. Il valore sociale ed economico del volontariato a sostegno del patrimonio culturale ed archeologico”. Si tratta di un esercito di volontari -ha osservato SalvioCapasso, responsabile del Servizio Imprese e Territorio di Srm) che ogni giorno aggiungono ulteriori servizi a quelli già esistenti. Tutto ciò si trasforma in una dimensione economica non trascurabile. Il valore del settore culturale (patrimonio storico e artistico) nel 2023 è di 3,3 miliardi di euro, lo 0,2% del Valore aggiunto del Paese (Io sono Cultura 2024. I Quaderni di Symbola).

Un ruolo che però incide sul mercato occupazionale tradizionale con il rischio che può tradursi in lavoro sottopagato e minore professionalità. A Napoli operano soprattutto nell’assistenza sociale e socio sanitaria, ma associazioni no-profit sono presenti anche nel campo culturale ed artisticosoprattutto presso i siti del centro-storico.

 

Capasso ha osservato che l’indice di domanda culturale è cresciuto anche a Napoli dal 2011 al 2019 e, dopo la contrazione del lockdown, ha ripreso ad aumentare fino a che, nel 2022, è tornato ai livelli del 2017 e agli anni del Maggio dei monumenti. L’indice è comunque fortemente influenzato dal dato del Centro Italia con i poli di Roma e del turismo diffuso in Toscana e Umbria; a seguire viene il Mezzogiorno, di cui la Campania è saldamente al primo posto. Questa enorme mole di offerta culturale soffre di un deficit di occupazione e in tale contesto gli operatori del Terzo Settore svolgono un ruolo cruciale. Si tratta di un settore “giovane”, strutturato e che richiede impegno a tempo pieno. La mission, secondo il manager di Srm, è quella della cura e dello sviluppo di beni comuni, soprattutto nell’accesso a siti che altrimenti rimarrebbero chiusi al pubblico. L’enorme mole di offerta culturale che la città e la Campania possono mettere in campo e l’attrattività crescente, risultano sottodimensionati dal punto di vista occupazionale, anche se il dato è in crescita.

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