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Asl e prevenzione

Odissea per un vaccino

Nell'era dell'Intelligenza artificiale le comunicazioni si fanno a voce

Odissea per un vaccino

napoli. «Ritenendo opportuno far somministrare a mia mamma di 96 anni il vaccino per il Covid mi rivolgo al medico di base, il quale può solo aiutarmi per l' antiinfluenzale. Alla mia seconda richiesta, per il vaccino Covid, mi dice di non avere la soluzione. Unico consiglio che può darmi è quello di far indossare la mascherina a chi si presenta al suo cospetto ( di mia mamma) e "niente succederà". Suppongo , a questo punto, che anche il parrucchiere e la cassiera del supermercato debbano indossarla al suo cospetto avendo mia mamma “una vita" pur contando 96 candeline». Inizia così la lettera-sfogo di una napoletana, mariangela, che come tantissime altre persone in questo periodo dell'anno, è alle prese con le vaccinazioni ai propri parenti, siano essi genitori, zii o nonni, ma comunque anziani.

«Mi reco presso l'Asl di appartenenza: niente vaccino, insisto e un impiegato mi suggerisce un altro distretto. Segui il suo suggerimento. Lunedì scorso mi reco al distretto 24 ,come consigliato. Chiedo se somministrano il vaccino Covid e , per eccesso di prudenza , chiedo che mi venga dato un giorno e un orario certo dovendo accompagnare mia mamma di 96 anni. La persona addetta ad informarmi fa una breve telefonata, suppongo per essere certa di darmi l' informazione corretta , dopo di che mi comunica che il vaccino in questione viene somministrato il martedì dalle 9 alle 13 e , quindi , avrei potuto accompagnare mia mamma il giorno seguente». Semplice semplice, ma non tanto.

Martedì mariangela si presenta con la mamma allo stesso ingresso cui è entrata del giorno precedente «ma siamo invitati ad entrare da un altro ingresso poco distante, solo che a sorpresa, il vaccino non si può fare il martedì: dobbiamo tornare venerdì. Chiedo di parlare con il direttore sanitario ma non è in sede, in alternativa mi riceve una persona che si qualifica come una dirigente. Molto gentilmente mi invita a tornare venerdì, io spiego la situazione ma la dirigente cade dalle nuvole perché ,sostiene, la piattaforma non le consente di vaccinare mia mamma. Dietro mia insistenza fa qualche telefonata, anche lei tanto per essere certa di darmi la comunicazione giusta ma ...niente : devo tornare. La dirigente vuole che ci scambiamo i numeri di telefono perché vuole essere certa che quando io ritornerò venerdì non ci siano problemi!!!???? Dico di apprezzare la sua gentilezza e buona volontà e vado via».

Nel tentativo di capire Mariangela perà ci ripensa. fa pochi passi e torna all' ingresso principale dell'edificio.«La persona che mi aveva dato l' informazione il giorno prima non c'è ma mi dicono che per quanto ne sanno loro in vaccino si somministra il martedì mattina ed è loro intenzione continuare a fornire la medesima informazione». Il corto circuito è fatto «A questo punto torno dal dirigente medico che, di nuovo, cade dalle nuvole, e non potendo comunicare telefonicamente con chi di dovere mi segue , molto gentilmente, ed insieme andiamo ad informarci ed apprendiamo che un' infermiera non avrebbe trasmesso l' informazione relativa al cambio di giorno. Ormai sono confusa e arrabbiata e vado via. Dopo tre ore circa il solito dirigente mi chiama per indicarmi un altro centro vaccinale che , a suo dire, fa al mio caso perché possa telefonare e prendere appuntamento».

Risultato è che mariangela è tornata a casa con la madre che non ha ancora fatto il vaccino. «Allora mi chiedo - dice sconsolata - a cosa servono gli appelli alle veccinazioni? a cosa servono tanti spot e pubblicità se poi alla base della Sanità siamo a questo punto?».

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