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il convegno
26 Novembre 2024 - 15:02
Gennaro Famiglietti
Una ferita sanguinante nel cuore del mondo. Presso l'Istituto di Cultura Meridionale presieduto dall'avvocato Gennaro Famiglietti a Palazzo Arlotta in via Chiatamone 63, nell’ambito del service “La valigia di Caterina” si è svolto, con grande affluenza di pubblico, il convegno di studio su “La valigia di Caterina - la violenza di genere” organizzato dai club Lions della I circoscrizione del distretto 108 Y a Lions International, in collaborazione con l’associazione “Mondo Scuola” e l’Istituto di Cultura Meridionale di Napoli. L’incontro è stato aperto dai saluti dell’avvocato Gennaro Famiglietti Segretario Generale del Corpo Diplomatico Consolare Napoli Campania e Presidente dell’Istituto di Cultura Meridionale che, dopo aver ricordato che il 25 novembre - in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne - da vari presidi vengono organizzati incontri e manifestazioni di protesta in Italia e all’estero, ha rivolto un accorato appello al mondo istituzionale soffermandosi “sulle violenze e crudeltà perpetrate ai danni di giovani donne e studenti che si ribellano a imposizioni di regime come accade in Iran e Afghanistan e in buona parte del mondo arabo dove i fondamentalisti islamici hanno privato ragazze e donne dei più elementari diritti umani come quello allo studio, al lavoro, alla libera espressione del proprio pensiero, persino a passeggiare per strada: vengono rinchiuse in casa senza poter accedere a scuole o posti di lavoro, senza poter viaggiare da sole o guidare, nell’indifferenza di chi dovrebbe vigilare sul diritto internazionale. Ultimamente è assurta a icona di libertà e simbolo di coraggio Ahou Daryaei la studentessa di letteratura francese presso l’Azad university di Teheran che si è spogliata davanti all’università, è stata arrestata dall’intelligence dei Guardiani della Rivoluzione, ricoverata in un ospedale psichiatrico per la sua azione di protesta contro l’accusa di aver indossato male il velo e poi rilasciata in quanto definita ‘malata di mente’, non perseguibile, quindi, per aver infranto la legge che prevede l’obbligo di indossare il velo in vigore in Iran dal 1979. È una prassi consolidata a Teheran costringere i dissidenti in ospedale psichiatrico come sistema di repressione, come ha denunciato più volte Amnesty International; inoltre, è argomento di cronaca la vicenda di tante giovani catturate per strada per aver partecipato a manifestazioni di protesta o non aver indossato correttamente l’hijab. La polizia morale le ha incarcerate, torturate e uccise, negando ai familiari di vedere i corpi tumefatti, sostenendo che si fossero suicidate e minacciando rappresaglie se ne avessero parlato con qualcuno, circostanza che ha indotto più di un centinaio di Stati a mandare petizioni all’ONU affinchè venga approvata una legge che proclami l’illegalità dell’apartheid di genere: e qui entra in gioco l’opinione pubblica che – sollecitata dai tanti movimenti sorti a difesa di queste figure martoriate - deve far pesare il suo dissenso, per attivare il processo decisionale, affinchè non si resti inermi di fronte al dilagare di queste pratiche aberranti”.
La dirigente dello storico Istituto Bianchi, Angela Procaccini per molti anni dirigente nella Commissione Adozioni Internazionali presso la Presidenza Consiglio Ministri, ha dichiarato che “bisogna pensare al coraggio delle donne arabe che urlano la loro rabbia senza paura e aiutare il mondo femminile in difficoltà valorizzando le figure che si battono contro i pregiudizi, i soprusi e l’oppressione delle tirannie”; l’avvocato Mino Capasso console Sri Lanka e l’avvocato Danesi Console onorario del Nicaragua e Presidente di Alma Mundi Onlus hanno descritto la crudezza di tanti eventi di violenza, lanciando un allarme sulla manipolazione effettuata dai social che incidono in negativo su questi fenomeni. Anche gli altri intervenuti, tra cui Laura De Giorgio e l’avvocato Clara Talamo, hanno trattato il problema delle vessazioni e privazioni, degli abusi domestici, del femminicidio che le donne subiscono in ogni angolo del mondo analizzandone gli aspetti sociologici, psicologici e giuridici: il presidente I circoscrizione distretto 108 Y a Lions International Vincenzo Triunfo ha illustrato il significato del service “La valigia di Caterina” che nasce in nome di Caterina Evangelista Fronzaroli, valente giureconsulto vicentino che ha dedicato la sua vita al contrasto della violenza sulle donne. La battagliera avvocatessa scomparsa nel 2015 per una grave malattia e ben nota a livello nazionale per la salvaguardia del benessere e dell’incolumità dei minori, era Presidente dell’Aiaf Veneto (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e i minori), unanimemente riconosciuta come un’attivista molto agguerrita per essersi occupata di centinaia di vittime di maltrattamenti familiari e abusi sessuali e per essere stata sempre una persona estremamente sensibile alle sofferenze dei più vulnerabili. La professoressa Delia Rocco referente I circoscrizione del service “La valigia di Caterina”, ha spiegato le finalità del progetto “ideato per realizzare un crowdfunding a favore delle donne che hanno attraversato il tunnel della violenza di genere e devono ricostruirsi la vita poiché spesso devono riprendere a vivere lontano dalle famiglie e dai precedenti punti di riferimento. “La valigia di Caterina” è una nobile iniziativa che garantisce aiuti umani, economici e professionali a chi ricomincia da zero, fornendo un aiuto per ripartire qualora si debba prendere le distanze dai contesti domestici in cui si sono verificati abusi e sopraffazioni”.
Di disagio esistenziale e di vulnerabilità ha parlato anche la Past president club Lions Napoli Camaldoli “Terra Mia” Imma Lamberti, moderatrice del convegno, che ha indicato i tratti salienti del progetto “La valigia di Caterina” spiegando che “vuole concretizzare percorsi di autonomia per le donne che devono costruirsi una nuova vita, con l’ausilio di questa valigia virtuale - riempita grazie ai fondi devoluti direttamente dai Lions - che sarà dotata di quattro contenitori in cui affluiranno le risorse necessarie a provvedere a bisogni diversificati, segnalati dalle stesse vittime di violenza: per il settore lavoro verranno avviate delle start up e messe in atto varie forme di supporto come apprendistati e percorsi formativi qualificanti. Per chi deve ritrovare una casa, invece, ci saranno aiuti economici per coprire i primi mesi di affitto e bollette, finchè non si riesce a ingranare la marcia di una nuova vita lavorativa; per chi ha problemi di salute sarà garantito accesso gratuito a controlli medici periodici, visite specialistiche, analisi di laboratorio, mentre chi porta con sé dei figli potrà usufruire del sostegno di asilo nido, babysitter, lezioni di doposcuola, materiale scolastico di prima necessità”. Questo aspetto è stato evidenziato anche dal professor Gennaro Mantile presidente associazione “Mondo Scuola” mentre la psicoterapeuta Mariella Di Vicino e la presidente Associazione “Parla con me” Tina Grassini hanno sottolineato la delicatezza dei traumi provocati da abusi ripetuti che dovranno essere curati con terapie psicologiche a sostegno delle personalità più fragili che necessitano, comunque, di trattamenti personalizzati che potranno usufruire dei fondi raccolti dai Lions.
In merito a queste tipologie di intervento previste ne “La valigia di Caterina”, Bruno Canetti Vicegovernatore distretto 108 Y a Lions International ha invitato ogni club Lions del Distretto 108 YA “ad impegnare al massimo energie, competenze e spirito solidale per reperire fondi e individuare partner istituzionali con cui collaborare, poiché realizzare il progetto sarà compito di ogni club che deve affidarne il monitoraggio a un proprio responsabile, appositamente indicato, che si relazionerà con i soggetti istituzionali coinvolti nel programma”.
Il Governatore distretto 108 Y a Lions International Tommaso di Napoli ha concluso l’interessante dibattito sul service “La valigia di Caterina” precisando che “Ogni valigia, adattata ai singoli casi, oscillerà tra i 2 mila e i 4 mila euro, una cifra non esagerata per evitare che venga male utilizzata ma neanche così modesta da non permettere di iniziare il viaggio di rinascita personale che risulta di per sé molto difficile per le donne dipendenti economicamente da mariti violenti. Noi Lions siamo pronti a sostenerle, come proclama il nostro motto “Aiutiamo le nostre comunità. Costruiamo un mondo migliore".
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