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09 Gennaio 2025 - 16:40
NAPOLI. Nella secolare cornice del Castel Nuovo, nella Sala Galasso della Società Napoletana di Storia Patria, si è tenuta una serata intrisa di fascino e di storia: la presentazione del libro di Fulvio Pastore intitolato Il “Gran rifiuto” - Celestino V Papa a Napoli. Un evento che ha saputo evocare le antiche atmosfere medievali di Napoli, protagoniste di un periodo cruciale della storia della Chiesa e della città.
A introdurre l'incontro è stata Renata De Lorenzo, presidente della Società Napoletana di Storia Patria, che con passione ha accolto il pubblico in un luogo che è testimone silenzioso di secoli di avvenimenti storici. Il dibattito, aperto e moderato con ammaliante competenza dal giornalista Giuseppe Giorgio ha visto protagonisti illustri: Silvio De Majo, presidente delle edizioni "La Valle del Tempo"; Pasquale Giustiniani, direttore della collana "Biblioteca di Scenari" nonché docente presso la Pontificia Facoltà di Teologie e l’Università Suor Orsola Benincasa; Fulvio Delle Donne, professore di Letteratura Latina e Medievale all’Università Federico II; e, naturalmente, lo stesso autore, Fulvio Pastore, conosciuto non solo come apprezzato studioso ma anche come attore e doppiatore dalla voce ammaliante che ha regalato agli intervenuti una presentazione avvincente e minuziosa del suo saggio.
Forte della sua formazione teologica presso la Pontificia Facoltà Teologica di Napoli e della sua esperienza accademica nel campo delle scienze religiose, Pastore ha saputo coniugare rigore storico e capacità narrativa, rendendo vivo e vibrante il racconto di un’epoca remota. A prendere corpo è stata una discussione appassionante, che ha esaltato il valore dei documenti inediti e poco conosciuti contenuti nel libro sulla figura di Celestino V. Il pontefice, noto principalmente per la celebre abdicazione avvenuta proprio al Maschio Angioino il 13 dicembre 1294, ritratto da Dante Alighieri nei celebri versi dell’Inferno: “Vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto”.
L’opera di Pastore è un viaggio nel tempo che parte dall’eremita Pietro da Morrone, la cui elezione a pontefice fu fortemente influenzata da re Carlo II, per arrivare al breve papato di Celestino V, segnato da profonde pressioni politiche e spirituali e dall’arrivo del suo successore Benedetto Caetani nominato vicario di Cristo con il nome di Bonifacio VIII. Il libro getta nuova luce sulla sede pontificia napoletana, un aspetto spesso trascurato dagli storici, e analizza il contesto sociale, politico e religioso di quegli anni. Tra i contributi più significativi dell’opera vi sono documenti mai pubblicati negli ultimi due secoli, che permettono di comprendere appieno il ruolo di Napoli quale scenario dell’unica elezione papale avvenuta nella città.
Il Maschio Angioino, protagonista silente di queste vicende, emerge non solo come teatro dell’abdicazione di Celestino, ma anche come luogo che accolse grandi personaggi della cultura come Boccaccio, Petrarca e Giotto. Fu qui che San Nunzio Sulprizio trovò cure grazie all’intervento dello zio paterno e di un medico dell’esercito borbonico, nel 1834. La fortezza partenopea, carica di memoria, ha dunque offerto una cornice ideale per discutere di un papa che ha segnato la storia con il suo controverso “gran rifiuto”. L’opera di Fulvio Pastore è più di un semplice saggio storiografico: è un invito a scoprire un’intrigante pagina di storia partenopea, raccontata con una ricchezza di dettagli che affascina il lettore e lo spinge a interrogarsi sulle dinamiche di potere, fede e umanità che hanno caratterizzato quel lontano XIII secolo. Un libro che si rivolge non solo agli studiosi ma anche a chiunque desideri immergersi nella magia e nei misteri di un tempo passato, che ancora oggi risuona tra le mura del Castel Nuovo.
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