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Il progetto
28 Gennaio 2025 - 12:27
Slobodanka Ciric è Dora Maar foto di Bruno Ciniglia
C’è un amore che si consuma tra le pieghe della storia, un amore che si deforma e si contorce fino a spezzarsi, lasciando solo un’ombra sbiadita nella memoria collettiva. È l’amore tra Dora Maar e Pablo Picasso, un vortice di passione e potere, di arte e dominio, di ispirazione e dolore. A indagare questo legame viscerale, restituendogli il dramma e la potenza emotiva che merita, è la performer e scrittrice serba Slobodanka Ciric con il suo audace progetto "PicaMaar".
Dopo il successo del suo libro E mi chiedi, edito da Scuderi e presentato presso la Pinacoteca Patiniana di Castel di Sangro, Ciric si immerge con nuova foga in questa esplorazione artistica che è al tempo stesso un atto di giustizia storica e un viaggio nell’anima umana. Con il linguaggio delle immagini e della fotografia, "PicaMaar" scompone e ricompone il tormentato rapporto tra la fotografa Dora Maar e il pittore spagnolo Pablo Picasso, cercando di restituire alla donna una voce soffocata troppo a lungo dall’ingombrante eco del suo amante.
Chi era davvero Dora Maar? Il mondo la ricorda come "la musa piangente", il volto tragico e deformato di tanti dipinti di Picasso. Ma prima di essere la sua amante, Maar era un’artista visionaria, una fotografa surrealista dotata di un’intelligenza brillante e di una sensibilità fuori dal comune. La sua carriera, iniziata con scatti incisivi sulla povertà urbana e sviluppatasi poi in audaci sperimentazioni visive, venne però piegata dall’uragano Picasso, un uomo che seduceva e possedeva, che amava e consumava. Il progetto "PicaMaar" di Ciric si fa specchio di questa lacerazione, offrendo una narrazione alternativa attraverso un intreccio di fotografia e arte digitale.
Le immagini della performer, immortalate dall'obiettivo di Bruno Ciniglia e rielaborate dalla digital artist Mila Maraniello, non sono semplici rievocazioni, ma interpretazioni vibranti di un’anima spezzata. La stessa Ciric si immerge nella figura di Maar, diventandone quasi una reincarnazione moderna, materializzando nei suoi scatti il dolore e la ribellione, il desiderio e la perdita, la passione e la distruzione. I
n un tempo in cui il dibattito sulla riscoperta delle artiste dimenticate dal patriarcato si fa sempre più acceso, "PicaMaar" è un atto necessario, un gesto potente che illumina una storia di sofferenza e riscatto. Dora Maar non era solo la musa, non era solo l’amante umiliata e abbandonata. Era un’artista, una donna che ha amato fino a perdersi e che ora, grazie al lavoro di Slobodanka Ciric, risorge attraverso l’arte e la memoria. "PicaMaar" non è solo un progetto, è un grido, una preghiera, un riscatto: è il volto di Dora Maar che finalmente smette di piangere e torna a guardare il mondo con i suoi occhi.
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