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Pedofilia, peste sociale del terzo millennio? Il nuovo romanzo di Marianna Scagliola

Pedofilia, peste sociale del terzo millennio? Il nuovo romanzo di Marianna Scagliola

Pedofilia, peste sociale del terzo millennio? Il nuovo romanzo di Marianna Scagliola

È tema oggi più terrificante. Terrificante per tutti, perché la violenza sessuale sui minori denuncia la fragilità degli argini che si pone a tutela delle generazioni future. Non ci sono, infatti, incertezze sulla qualifica morale di questo fenomeno. Ogni presa di posizione dà l’impressione di arrivare tardi. Tardi rispetto al numero dei casi. Tardi rispetto allo sviluppo del problema. Ogni volta si resta attoniti di fronte ai racconti raccapriccianti degli abusi perpetrati a danno di minori. Sgomenti di fronte all’oltraggio a valori socialmente condivisi e collettivamente riconosciuti. Tanto è doloroso e lacerante parlare di bambini che hanno subito abusi sessuali, che si preferisce chiamarli “fiori recisi”. E’ l’argomento che tratta in prima persona, dopo tre anni dal primo romanzo “Una famiglia allargata cane compreso”, Marianna Scagliola con “Il Francese, Biancaneve e i Settebello", edito da Napoletanamente con la prefazione del professore Francesco Villa. Un black humor, un tema trattato realizzando la vena poetica dell’autrice con quella umoristica e drammatica, senza maschere, ma esponendosi con coraggio in prima persona. Un romanzo denuncia, dunque, verso il lassismo ed il silenzio della società, della corruzione nelle istituzioni. Verso un fenomeno oggi considerato la peste sociale del terzo millennio.

Protagonisti sono i gemelli Vincenzo e Gaetano Gallo che con “le loro acrobazie quotidiane per vivere, o sopravvivere”, a Scampìa scoprono questo fenomeno, il traffico di pedofilia, vivendo da clandestini in un asilo privato del Vomero. E’ qui che tra silenzi e complicità si consuma il dramma degli abusi sui minori. E’ qui che il mostro si nasconde e la facciata di perbenismo copre questi orrori. Tante storie di indifferenza, di corruzione, di ingiustizia, di silenzi delle corruzioni. Trentasette capitoli per sensibilizzare il male, la bestialità dei crimini commessi, senza banalizzare il fenomeno. “Niente ci rende più umani come il sentimento di indignazione che ci attanaglia di fronte a qualunque crimine che riguarda i bambini. Niente ci accomuna di più come l’ingiustizia fatta ad una singola persona. E’ per questo che sento mia la frase di Montesquieu un’ingiustizia fatta all’individuo è una minaccia fatta a tutta la società”, dice l’autrice.

Ha dialogato con Marianna Scagliola, nel corso della presentazione del romanzo da Luisella al Borgo Marinari, Rosario Lopa, portavoce della Consulta nazionale dell’agricoltura e del turismo, che ha consegnato un riconoscimento speciale all’autrice dopo il successo di critica ottenuto  con il primo romanzo.

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