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Food
28 Febbraio 2025 - 12:57
I fratelli Fortunato e il loro staff
Nell’ombra maestosa del Vesuvio, dove il tempo sembra essersi fermato al 79 d.C., Pompei continua a raccontare storie. Le sue pietre, testimoni silenziose della terribile eruzione e della rinascita, accolgono oggi un altro tipo di narrazione: quella del gusto. E se un tempo i banchetti pompeiani ostentavano sfarzo e spezie d’oltremare, oggi c’è chi, come Vincenzo e Alberto Fortunato, propone una cucina capace di fondere memoria e innovazione, passato e futuro, in un racconto sensoriale che si dipana tra le vie di una città eterna.
Classe ’85, gragnanesi doc, i fratelli Fortunato si allontanano dalle formule turistiche per disegnare la loro versione della Pompei culinaria, quella che celebra il territorio senza vincolarsi ad esso, osando ingredienti pregiati provenienti anche da fuori il perimetro campano. Così, a pochi metri dagli Scavi e dallo storico Santuario, "La Bettola del Gusto" diviene teatro di una gastronomia contemporanea, innamorata dell’innovazione, ma saldamente ancorata a radici autentiche.
A marcare la differenza è un’idea di cucina che non rincorre semplicemente la qualità, ma la certifica con scelte ben precise: presidi Slow Food che garantiscono eccellenza, materie prime frutto di ricerca minuziosa e, soprattutto, un orto di famiglia a soli 2,4 km dal ristorante, una distanza che Vincenzo Fortunato, maître di sala, definisce con orgoglio il loro “Km Buono”. Più del 50% delle verdure e degli ortaggi utilizzati nasce lì, curato ogni giorno dalle mani esperte del padre.
Durante un press lunch ben organizzato dalla giornalista Nadia Taglialatela, la sinfonia gastronomica orchestrata dallo chef Alberto Fortunato ha preso vita in un crescendo di sapori e suggestioni: pancake con alici del Cantabrico, ricotta ed erba cipollina; crocchè di patate, polpo e limone; crudi di mare con gambero rosso di Mazara del Vallo, scampo, calamaro, ricciola, ostrica delicata di Sardegna.
E ancora, tonno scottato con zucca, cipollotto bianco di Pompei, crumble alle olive nere e salsa di soia, fino alla sontuosa ricciola in crosta di sale con scarole napoletane. A chiudere il viaggio nel dolce, una versione flambé del migliaccio della tradizione, impreziosito da amarene. Ma l’esperienza non si ferma al piatto: è nel calice che si svela un’altra anima del ristorante. Con una carta dei vini che sfiora le 800 referenze, i Fortunato navigano tra classici intramontabili e scoperte sorprendenti.
Tra queste, la tendenza emergente dello ‘Zebra Striping’, in cui si alternano bevande alcoliche e non, e selezioni raffinate come il "Lyserod" - Copenhagen Sparkling Tea, l’"Hebon" Metodo Classico Extra Brut Cantina Olivella (sboccatura gennaio 2025), il "Flein" Sauvignon Blanc Cantina Kurtatsch 2022 e il "Flein fizz" Moscato & Sauvignon Blanc Cantina Kurtatsch 2024. Un capitolo a parte merita l’universo dei liquori, dove la ricerca del gusto si fa evocazione e rito. Alloro 79 e Amaro 79 – quest’ultimo ribattezzato “l’amaro degli dei” – sono piccoli elisir che racchiudono le essenze di Pompei: alloro, agrumi, miele di sulla e un blend segreto di erbe officinali.
A marò, infuso che richiama affettuosamente ’A Maronn’, simbolo indiscusso della città, mescola limone, mandarino, mandorle, cedro e zucchero, creando un ponte tra devozione e piacere. Così, nella Pompei di oggi, sospesa tra vestigia e modernità, "La Bettola del Gusto" si fa custode di un patrimonio che non si limita a sopravvivere, ma evolve. Il cibo, qui, è racconto, è memoria che si rinnova, è un inno alla vita che, come la città, sa sempre rinascere dalle proprie ceneri.
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