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Fata Fiorangela regala speranza a chi lotta contro il cancro

Con lo “Sportello dei Sogni” realizza desideri nei reparti oncologici di tutta Italia

Fata Fiorangela regala speranza a chi lotta contro il cancro

NAPOLI. A volte un dolore inspiegabile ti cambia la vita. Fiorangela era una sportiva, studiava economia, aveva vent’anni e un dolore insistente a una gamba. Nessuno capiva cosa avesse. Fino a quando, all’ospedale La Sapienza di Roma, la diagnosi fu chiara e spietata: leucemia mieloide acuta. “Signora, cominci a pregare”, disse un medico a sua madre. Ma Fiorangela non si arrese. Restò ricoverata quasi un anno, perse trenta chili, i capelli e ogni riferimento. Poi, un trapianto sperimentale e la vita che torna, diversa ma intatta. “Sono rimasta per una ragione”, racconta oggi. “E quella ragione era restituire”. Così è nata una delle iniziative più straordinarie d’Italia: lo Sportello dei Sogni.

Un progetto che in quattro anni ha realizzato più di 130 desideri per pazienti oncologici ed ematologici di tutte le età, da Nord a Sud. Desideri veri, umani, profondi. Mai banali. Non si parla di miracoli, qui. Ma di sogni che curano. E che fanno luce. C’è Luigi, 19 anni, che voleva sfrecciare in motocross con i suoi idoli. E un giorno, al suo compleanno, sono arrivati decine di riders a sorpresa. Sofia, 6 anni, desiderava dormire in una casetta sull’albero. Gliel’hanno costruita a Messina. Mattia, 14 anni, ha vissuto una giornata in pattuglia con la Guardia di Finanza. Claudio, 7 anni, ha abbracciato Fraffrog, la youtuber che lo fa sorridere anche nei giorni più duri. Carmen, mamma di 38 anni, ha detto solo: “Vorrei che mio figlio potesse incontrare i giocatori del Napoli”. È successo. E Ida, 51 anni, dopo due anni passati tra ospedali e terapie, ha scritto un messaggio semplice e potentissimo: “Vorrei parlare alla radio, solo qualche minuto, a Radio Capital, quella che mi ha fatto compagnia ogni giorno in corsia”.

Ogni desiderio viene accolto, valutato, coccolato. Poi, quando meno te lo aspetti, diventa realtà. A volte grazie a una madre che scrive, a volte a uno psicologo che ascolta, a volte a un volontario che chiede: “Qual è il tuo desiderio del cuore?”Fiorangela chiama queste persone “acchiappa-sogni”. Chiunque può diventarlo. Basta stare accanto a chi soffre e avere il coraggio di crederci. A ogni sogno esaudito, lo Sportello consegna anche un kit: una bacchetta magica e una federa colorata “Quando ero ricoverata – dice Fiorangela – chiedevo a mia madre di portarmi le federe da casa. Quelle dell’ospedale avevano l’odore della paura. Le mie no. Sapevano di amore, di normalità, di futuro”. Oggi quella federa è diventata un simbolo.

E la bacchetta, un gesto di affetto e libertà. Perché anche se la malattia è lì, il sogno la scavalca, la sfida, la supera. E regala un orizzonte nuovo. Lo Sportello dei Sogni è nato a Salerno, ma lavora con reparti di oncologia e psico-oncologia in tutta Italia.Collabora con medici, psicologi, associazioni, cittadini, e vive solo di donazioni e sogni “adottati” da chi crede nel progetto. Al Pascale di Napoli, ad esempio, è attivo il “sogno sospeso”: un desiderio in attesa di diventare realtà.

“Il sogno – spiega la dott.ssa Simona Abate, dirigente psicologo dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma – è un’opportunità preziosa per chi vive un momento di fragilità. Regalare un’emozione può cambiare la percezione della malattia. Dà forza, energia, speranza. E anche a chi aiuta, regala qualcosa”. Fiorangela oggi lavora in una multinazionale. Ma ogni giorno, da quattro anni, veste anche un altro ruolo: quello della fata che realizza i sogni. E lo fa davvero. Con una bacchetta magica in mano. E il cuore dove serve.

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