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L'iniziativa

A San Gregorio Armeno spunta la statuina di De Bruyne

Marco Ferrigno: Napoli ha bisogno di sogni

A San Gregorio Armeno spunta la statuina di De Bruyne

A Napoli, a volte, il futuro arriva prima sotto forma d’arte che di comunicato stampa. È il caso di Kevin De Bruyne, che non ha ancora indossato la maglia del Napoli, ma ha già trovato posto tra le statuine di San Gregorio Armeno. A modellarne i tratti è stato Marco Ferrigno, decano degli artigiani del presepe, che ha voluto così celebrare le voci – sempre più insistenti – sull’arrivo del fuoriclasse belga all’ombra del Vesuvio.
“Appena ho sentito la notizia, ho capito che dovevo immortalare questo momento – racconta Ferrigno –. De Bruyne è uno di quei giocatori che fanno sognare, e Napoli oggi più che mai ha bisogno di sogni, di simboli, di bellezza. Realizzarlo è stato un gesto di affetto verso la città e verso la nostra tradizione, che sa accogliere ogni emozione e trasformarla in arte”.
La statuina, interamente realizzata a mano, raffigura il centrocampista del Manchester City con capelli biondi scolpiti, lo sguardo deciso e una posa da leader. “L’ho fatto partendo da una fotografia, ma immaginando già l’energia che potrebbe portare in campo. Il presepe napoletano ha spazio per tutti, ma chi arriva a Napoli con il cuore giusto – aggiunge Ferrigno – merita subito un posto d’onore. Questa statuina è un augurio per lui, per il Napoli e per tutti noi”.
Il gesto dell’artigiano arriva a pochi giorni dalla conquista del quarto scudetto e accende l’entusiasmo per una possibile nuova era del club partenopeo, proiettato verso un rilancio internazionale. Secondo indiscrezioni, sarebbe stato lo stesso Aurelio De Laurentiis a lasciar trapelare l’indiscrezione sull’acquisto di una villa in città da parte del giocatore, alimentando l’attesa tra i tifosi.
Intanto, tra i pastori tradizionali e i personaggi dell’attualità, la statuina di De Bruyne campeggia in vetrina con la maglia azzurra, come un messaggio profondo nella sua semplicità: a Napoli, l’attesa è sempre un’opera collettiva. E sognare non è mai stato fuori luogo.

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