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l'evento
19 Giugno 2025 - 10:10
È un appuntamento che unisce cultura, storia e tradizione quello organizzato dal Circolo Democratico di Sarno - Valle del Sarno n° 1309 all'Oriente di Salerno, che domenica 22 giugno 2025 vedrà la luce nella prestigiosa cornice della Casa Massonica di Napoli, presso la Galleria Umberto I. Un evento che, sotto la sapiente regia del maestro venerabile Antonio Pepe, rappresenta non solo la presentazione di un volume dedicato al celebre artista e massone Giovanni Battista Amendola, ma soprattutto un tributo alla lunga e prestigiosa storia del Circolo stesso, custode dei valori e delle tradizioni della Libera Muratoria.
L’occasione è la presentazione del libro “Giovanni Battista Amendola. Il genio e la febbre dell’arte”, curato da Giulia Annunziata e pubblicato da Buonaiuto Editore. Amendola, noto scultore dell’Ottocento, celebre tra l’altro per la monumentale statua dedicata a Gioacchino Murat, non fu soltanto un grande artista, ma anche uno degli illustri membri delle origini storiche del Circolo Democratico di Sarno, simbolo di quell'intreccio profondo tra cultura e massoneria.
L’evento vedrà la partecipazione di autorevoli esponenti del Grande Oriente d’Italia (GOI) e del mondo accademico: oltre alla curatrice Giulia Annunziata, interverranno Michele Fasolino, Ispettore MIM, Vincenzo Salerno del dipartimento di studi umanistici dell’università degli studi di Salerno (DipSUM), e Santi Fedele, Gran Maestro Onorario del GOI. I saluti iniziali saranno affidati a Giovanni Esposito, Presidente del Collegio dei MM.·.VV.·., insieme ai Consiglieri dell’Ordine Giovanni Verdoliva e Ugo De Flaviis. A moderare l’incontro sarà Antonio Pepe, che oltre ad essere l’attuale guida del Circolo Democratico, si è fatto promotore e organizzatore dell’intera iniziativa, confermando ancora una volta il suo forte impegno per la crescita culturale e spirituale del sodalizio.
Le radici storiche del Circolo Democratico di Sarno: un’eredità che continua a vivere
La presentazione del volume dedicato a Giovanni Battista Amendola rappresenta l’ultimo tassello di una lunga storia che affonda le proprie radici nell’Ottocento, quando a Sarno si radicò una importante loggia massonica, derivata da quelle napoletane, alla quale aderirono industriali e rappresentanti delle grandi famiglie locali, con gli Abignente in primis, infatti, Filippo Abignente fu tra gli ultimi Grandi Maestri storici del Circolo Democratico di Sarno. Fu proprio in quel periodo che il nome del celebre scultore, si legò indissolubilmente al Circolo, divenuto fucina di cultura, luogo di confronto e laboratorio di elaborazione spirituale e sociale.
I profondi contatti con Napoli, centro nevralgico della Massoneria meridionale, alimentarono questo sviluppo: i grandi intellettuali e professionisti locali si formavano nel capoluogo partenopeo, e con l’Unità d’Italia, grazie alla crescita delle filande, la loggia sarnese toccò il suo massimo splendore. Ovunque in città restano tracce visibili della presenza massonica: dallo stemma sul portale del monastero di San Domenico, alla colombaia di palazzo Abignente, dalla Cappella di San Filippo e Giacomo nel palazzo Squillante al motto inciso «Qui non si gode asilo», chiaro segno della funzione di luogo riservato a riunioni riservate. Anche il cimitero monumentale testimonia questa eredità con lanterne, piramidi e occhi onniveggenti scolpiti sui monumenti funerari.
La presenza dell’architetto Antonio Curri, figura ben conosciuta negli ambienti massonici napoletani, lasciò a Sarno ulteriori testimonianze, come il piedistallo su cui campeggia la statua di Mariano Abignente, scolpita proprio da Giovanni Battista Amendola. Secondo alcuni studiosi, questa statua simboleggerebbe un patto massonico tra Sarno e Napoli, all’interno del più ampio progetto risorgimentale che vedeva la Massoneria protagonista dell’unità nazionale. Non a caso l’artista è anche autore della celebre statua di Gioacchino Murat sulla facciata del Palazzo Reale di Napoli, opera ricca di simbologie muratorie.
Tra i protagonisti storici che hanno dato lustro all’officina sarnese non si può non ricordare Giovanni Battista Amendola e tante altre figure illustri. A partire dall’esperienza della R.·.L.·. Aurora n° 251 all’Oriente di Nocera Inferiore, numerosi fratelli hanno nel tempo contribuito alla rinascita massonica della Valle del Sarno, portando nuovo slancio e consolidando un’eredità che ancora oggi continua a vivere.
La storia recente del Circolo Democratico di Sarno conosce un nuovo capitolo con la rifondazione avvenuta nei primi anni 2000, grazie alla visione e alla determinazione di un gruppo di fratelli guidati dal dottor Domenico Squillante. Con lui furono protagonisti il professor Basilio Fimiani, il professor Guglielmo Iannelli, il dottor Luigi Buonaiuto (editore del volume presentato) e il fratello decano Rocco De Filippo. Merito particolare va riconosciuto anche all’ingegner Francesco Corrado, allora Maestro Venerabile della R.·.L.·. Aurora n° 251 all’Oriente di Nocera Inferiore, che sostenne con entusiasmo l’iniziativa, divenendo anch’egli parte attiva del Circolo.
Lettere e documenti, sapientemente raccolti e organizzati, testimoniano il dialogo fraterno e le profonde convinzione alla radice di quella rinascita; un cammino di rigenerazione fondato sulla libertà, l’uguaglianza e la fratellanza che ancora oggi tracciano il solco dell’azione del Circolo Democratico.
Un evento che celebra cultura, tradizione e impegno massonico
L’iniziativa di Napoli non è solo un’occasione culturale, ma anche vivida testimonianza dell’impegno profuso dal Circolo Democratico di Sarno -attraverso anche la figura del suo attuale Maestro Venerabile- nel custodire e valorizzare la propria memoria storica. Oggi come allora, con rinnovato spirito di dedizione e lungimiranza, il Circolo Democratico si dimostra così un’autentica officina di crescita personale e collettiva, in cui si intrecciano ricerca spirituale, riflessione intellettuale e azione etica.
In tal senso celebrare il maestro Giovanni Battista Amendola è quasi un atto dovuto, un segno di continuità, un passaggio di testimone tra passato e futuro; egli attraverso la sua arte ha infatti saputo incarnare quell’ideale di forza, bellezza e sapienza che animano da sempre la Libera Muratoria.
Infine, il luogo scelto per l’appuntamento suggella questo passaggio metaforico, trasformando l’appuntamento napoletano in una cornice di studio, fratellanza e bene comune, nel solco della tradizione con la sensibilità verso le sfide della post-modernità.
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