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enologia
24 Giugno 2025 - 12:42
C’è un angolo di Veneto che si arrampica con fierezza tra le colline di Col San Martino, dove la vigna si fa eroica e il vino racconta la tenacia degli uomini. Lì, nel cuore del Valdobbiadene DOCG, sorge l’azienda vinicola Andreola, fondata nel 1984 da Nazzareno Pola. È proprio in quel lembo di terra stretto tra cielo e terra, a Farra di Soligo, che prende forma una delle espressioni più autentiche del Prosecco Superiore, frutto di un lavoro manuale, consapevole, quasi sacrale. Oggi, sotto la guida di Stefano Pola, figlio di Nazzareno, Andreola ha consolidato la propria identità, evolvendo nel segno della ricerca e del rispetto. La trasformazione degli anni Duemila ha portato con sé non solo investimenti tecnologici mirati, ma soprattutto una visione: quella di un vino che sia specchio fedele del suo territorio, senza mai cedere all’omologazione.
È con questo spirito che l’enologo Mirco Balliana e lo stesso Stefano Pola hanno fatto tappa a Napoli, scegliendo il suggestivo scenario del ristorante Calasole, in Discesa Coroglio, per presentare a stampa ed esperti del settore l’eccellenza delle otto Rive di Valdobbiadene DOCG firmate Andreola. Un evento che ha unito la verticalità delle colline trevigiane alla brezza marina del golfo partenopeo, tracciando un ponte ideale tra il Nord e il Sud del gusto. Durante l'incontro, premiato dall'eco dei successi di Wine Paris e ProWein, ogni calice è diventato racconto. Il Dirupo – Brut, servito in apertura, ha svelato il volto più vivace e nitido dell’azienda, tra freschezza agrumata e finezza perlage. Poi, via via, si è entrati nel cuore delle selezioni: Aldaina al Mas – Extra Brut, 26°I – Extra Brut e Marna del Bacio – Extra Brut hanno danzato tra i sentori marini di una perfetta “insalata di mare”, regalando sensazioni di gesso e mandorla, come un soffio di vento sulle scogliere.
A sorprendere è stato poi l’abbinamento tra i “paccheri Calasole” e il Col del Forno – Brut, che ha sottolineato come il Valdobbiadene sappia farsi compagno nobile anche dei primi piatti strutturati. E ancora, il Mas de Fer – Extra Dry, morbido e avvolgente, ha esaltato le carni bianche del “pescato del giorno al forno”, mentre il Vigna Ochera – Dry, nel finale dolce con “torta caprese”, ha rivelato quanto l’equilibrio zuccherino possa diventare poesia. "Questo vino – ha dichiarato Stefano Pola – è la quintessenza della nostra ricerca di eccellenza. Ogni anno vogliamo che racconti l’anima del nostro territorio, nella sua espressione più pura."
Ed è proprio questa coerenza, questa fedeltà alla terra madre, a rendere Andreola un punto di riferimento indiscusso nella geografia del Valdobbiadene DOCG. Il press-lunch al Calasole non è stato solo una degustazione, ma un piccolo rito. Un incontro tra due mondi che, pur distanti, condividono lo stesso amore per la verità del gusto e la bellezza del lavoro artigianale. In un tempo dove il vino spesso si traveste da spettacolo, Andreola ricorda con voce gentile che l’eccellenza è sempre figlia del silenzio e della pazienza. E che ogni Riva, come ogni sorso, è una storia da ascoltare.
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