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Il Kurdistan celebra l'Italia tra diplomazia e arte bianca

La cucina come strumento di diplomazia culturale, capace di unire popoli diversi intorno a un tavolo

Il Kurdistan celebra l'Italia tra diplomazia e arte bianca

Giuseppe Marcuccilli

Nel Kurdistan iracheno, nella suggestiva Erbil, la Festa della Repubblica Italiana ha assunto quest’anno un sapore autentico, fragrante, profondamente evocativo. Protagonista, accanto ai vessilli tricolori e alla rappresentanza diplomatica, è stata la farina Polselli – simbolo di una cultura molitoria tutta italiana – che, attraverso l’estro e la maestria del pizzaiolo Giuseppe Marcuccilli, ha reso omaggio all’eccellenza del Made in Italy.

Accolta negli spazi del Consolato Generale d’Italia, guidato dal Console Generale Tommaso Sansone, la storica azienda di Arce ha saputo parlare con semplicità e sapienza artigianale a un pubblico internazionale. In un contesto di alto valore simbolico, la farina – ingrediente umile solo all’apparenza – è diventata voce narrante di un’Italia che sa ancora impastare storia, tecnica e cultura.

A interpretare questa narrazione con le mani e con il cuore è stato Giuseppe Marcuccilli, pizzaiolo di Roccasecca, orgoglioso portavoce della tradizione ciociara nel mondo. Invitato a rappresentare Polselli – La Farina Italiana, Marcuccilli ha reso omaggio all’arte bianca, dimostrando come la panificazione e la pizza, lungi dall’essere solo cibo, siano linguaggi universali, capaci di parlare ai sensi e all’anima. Durante l’evento, tra i profumi di impasti lievitati e le fragranze che evocano il Sud dell’Italia, si sono incontrate le autorità e le culture.

Insieme al Console Sansone, erano presenti l’Ambasciatore d’Italia a Baghdad Niccolò Fontana, il Cardinale della Chiesa cattolica in Iraq Louis Raphaël I Sako, membri del Parlamento del Kurdistan, rappresentanti delle Forze Armate italiane in missione e autorità del Parlamento iracheno. Una cornice istituzionale che ha esaltato, senza appesantire, l’anima popolare e nobile della farina italiana.

Marcuccilli, con gesti antichi e gestualità sapiente, ha offerto pizze preparate con le farine del celebre mulino Polselli, suscitando entusiasmo e stupore. Ogni assaggio è stato una piccola ambasciata di gusto, ogni impasto una lezione di equilibrio tra innovazione e tradizione, tra ricerca tecnica e rispetto della materia prima.

L’evento ha confermato ancora una volta come la cucina – e in particolare l’arte bianca – sia strumento di diplomazia culturale, capace di unire popoli diversi intorno a un tavolo. E in questo incontro di culture e bandiere, è stato il “parlare ciociaro” delle farine Polselli a conquistare Erbil, lasciando una traccia fragrante e indelebile del saper fare italiano.

In un mondo che troppo spesso dimentica il valore dei gesti semplici, la farina torna a impastare ponti. E questa volta, l’ha fatto nel nome della Repubblica Italiana.

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