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01 Luglio 2025 - 12:23
Anna Rancella e Mario Di Gioia
Di fronte a un calice di Champagne ben scelto, il mondo sembra un po’ più ordinato, forse persino più giusto. E se è vero che ogni grande vino trova la sua armonia nella relazione con il contesto che lo ospita, allora quella che si respira all’Élevage Wine Restaurant di Trentola Ducenta somiglia sempre più a una sinfonia di equilibri ritrovati.
La partitura è stata appena riscritta, arricchita di una nuova firma d’autore: lo chef stellato Luca Fracassi, patron del celebre Octavin di Arezzo, è il nuovo executive chef del ristorante campano. Una scelta che racconta molto più di un cambio di regia in cucina: è l’ennesima scommessa di Anna Rancella e Mario Di Gioia, coppia nella vita e nel lavoro, capaci di trasformare un sogno - quello di portare a casa il meglio della Francia, con un occhio di riguardo allo Champagne - in un luogo reale, concreto, elegante, ma soprattutto accessibile. Non c’è nulla di casuale nell’arrivo di Fracassi.
Al contrario, tutto parla di un incontro pensato, voluto, costruito sulla sinergia. “Ci piace l’idea di affidare la nostra cucina a uno chef dal talento sobrio, efficace, che ammiriamo per la sua libertà creativa e la capacità di rimanere con i piedi per terra”, raccontano i padroni di casa. E se la Campania resta la loro comfort zone, non è mai stata un limite, anzi. “Oggi ci stuzzica l’idea di leggere la nostra identità attraverso occhi nuovi”.
Occhi, e mani, come quelli di Luca Fracassi, chef toscano dalla visione nitida e contemporanea. Essenzialità, sottrazione, pulizia del gusto: sono questi i tratti che definiscono la sua cucina. Pochi fronzoli, mai una concessione alla moda effimera; in compenso, tanto rispetto per la materia, un amore dichiarato per i vegetali, e una predilezione per i sapori netti, profondi, emozionanti.
Una sensibilità che si prepara a trovare nuova linfa nel fertile agro aversano, terra ricca, generosa, colma di sfumature da scoprire e valorizzare. Al suo fianco, il resident chef Vincenzo Cozzolino, già colonna dell’Élevage.
“L’intesa tra noi è stata immediata”, conferma Fracassi. “Condividiamo la voglia di uscire dai cliché, di proporre piatti gustosi anche attraverso ingredienti meno blasonati. E poi c’è un grande team: Anna e Mario, che vegliano sul progetto con occhi attenti, e in sala il sommelier Daniele Barbato, con le sue 200 etichette di Champagne e 700 referenze vinicole”.
Il risultato? Un luogo che continua a trasformare la provincia in destinazione, a sovvertire le regole senza mai rinnegarle, dove l’eleganza si sposa alla verità del gusto. Dove un calice di Champagne - magari scelto tra le piccole maison di culto- accompagna piatti pensati, cucinati e raccontati con passione. E dove, come nelle storie migliori, c’è ancora spazio per stupirsi. In fondo, élevage - lo dice la parola stessa - è l’arte di crescere, di far maturare.
Oggi, più che mai, questo piccolo regno del vino e della cucina si conferma un laboratorio di idee, visioni e bollicine. E noi, con il calice pronto, attendiamo la prossima sorpresa.
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