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L'iniziativa

“Di Giacomo in the mood”, una tesi che diventa concerto

Raffaello Converso porta in scena al Conservatorio San Pietro a Majella

“Di Giacomo in the mood”, una tesi che diventa concerto

Una tesi che è anche uno spettacolo. Lunedì 21 luglio, al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, l’artista Raffaello Converso discuterà la sua laurea specialistica in Canto con un concerto che è frutto di un lungo percorso artistico condiviso con Roberto De Simone. “Di Giacomo in the mood” nasce come spettacolo musicale nel 2020, nell’ambito del Napoli Teatro Festival, e viene oggi riproposto come lavoro di ricerca e performance accademica, con il sostegno del Dipartimento di Canto e della Direzione del Conservatorio, guidata dal compositore e direttore Gaetano Panariello. In scena, accanto a Converso, un ensemble orchestrale diretto da Luigi Grima.

Al centro del programma ci sono le poesie di Salvatore Di Giacomo e le musiche di Mario Costa, Enrico De Leva e Francesco Paolo Tosti, rilette attraverso la lente colta e rigorosa delle elaborazioni di De Simone, che ha costruito attorno a questi materiali una drammaturgia sonora capace di esaltare, con raffinatezza e profondità, la complessità espressiva del repertorio digiacomiano. «Sono queste considerazioni, qui esposte in sintesi – scrive Roberto De Simone – che informano le partiture musicali di tutti i brani presenti nel nostro concerto, prodotte da riflessioni e contraddizioni culturali della nostra contemporaneità».

Il compositore individua nella scrittura armonica di Costa e nelle scelte timbriche di Tosti elementi di modernità che dialogano, a distanza, con le suggestioni impressioniste di Debussy, così come con la scrittura teatrale del primo Puccini. La musica popolare napoletana, nella lettura di De Simone, si allontana dal bozzettismo e dai cliché, per ritrovare la propria densità poetica e culturale. Per Raffaello Converso, il concerto rappresenta molto più di una prova accademica.

«Mi sono sempre reso conto, in ogni istante, di vedere scorrere davanti ai miei occhi la Storia del Teatro – racconta –. Lavorare con Roberto De Simone è stata per me una grandissima opportunità di crescita. Negli anni abbiamo realizzato numerosi progetti, e lui ha scritto partiture meravigliose per la mia voce. Mi ha trasmesso l’attenzione assoluta per lo stile, l’interpretazione e la cura dei dettagli».

Il risultato è un lavoro che unisce memoria e identità, storia e sperimentazione, studio e scena. Un’esecuzione che non chiude un percorso, ma lo consacra. Un gesto artistico, prima ancora che accademico, che afferma – con rigore e con passione – il valore profondo della musica come ricerca, linguaggio e responsabilità culturale. Il risultato è un lavoro che unisce memoria e identità, storia e sperimentazione, studio e scena. Un’esecuzione che non chiude un percorso, ma lo consacra. Un gesto artistico, prima ancora che accademico, che afferma – con rigore e con passione – il valore profondo della musica come ricerca, linguaggio e responsabilità culturale.

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