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l'intervista
08 Ottobre 2025 - 10:00
Chi è Luigi Grossi?
«Sono un navigante a cavallo tra la vita e l’arte».
Quali studi l'hanno condotta al traguardo di quasi sessantatrè anni di attività artistica?
«Beh, ho il podio del “laureato” dalla terza alla seconda elementare, ma la fortuna di essere stato prelevato dal ciglio della strada e portato prima a bottega da mio zio, dal quale ho appreso l'arte della lavorazione delle cornici e della doratura in una delle botteghe più antiche di Napoli, qui dove ancora oggi ho il mio studio a Vico Lungo Gelso, 49. Poi, sono stato portato in Galleria e da lì sono iniziati I miei contatti con artisti del calibro di Notte, Chiancone, Brancaccio, Lippi e tanti altri per i quali non solo ho organizzato mostre, ma dai quali ho appreso anche tecniche».
Veniamo ora alla sua arte, di che stampo è?
«Come può ben vedere sia pittura che scultura sono materiche, ma la mia arte non è solo la tela, il tratto, il colore; si estende oltre, è una sonda che si inabissa nelle profondità, alla ricerca del significato dell’essere».
Quali incontri sono stati significativi nella sua vita per approdare a questo tipo di consapevolezza?
«Sicuramente l’incontro con la filosofia attraverso il dialogo con Aldo Masullo che ha dedicato ben 13 volumi sulla mia Arte dai “Colori del Nulla” ai “Volumi del Nulla”. Poi, ci sono stati gli incontri in sogno con la poetessa Emily Dickinson con la quale ho intrapreso un dialogo poetico e alla quale ho dedicato “La Stanza di Emily”. Per ultimo , ma non meno importante l’incontro con quel disgraziato di Caravaggio al quale oltre a contaminare le mie opere con la sua influenza mediatica, mi ha portato a a realizzare un atto unico dal titolo “Il Sogno di Caravaggio”».
In un momento storico come quello attuale, piegato dalle guerre, come risponde la sua arte?
«Eh, la mia arte risponde come quando a Picasso fu chiesto da un ufficiale nazista: "Avete fatto voi questo orrore?"(riferendosi al dipinto Guernica) e Picasso rispose: "No, l'avete fatto voi!“. Io ritengo che la società dispone la materia e l’artista plasmi ciò che c’è già senza filtri, da qui nasce il mio monumento all’infanzia negata per i bambini vittime del genocidio in atto. Per fortuna però esiste la fede nella Resistenza e di qui la “Mia Colonna Spezzata” che ricorda i caduti durante le Quattro Giornate di Napoli per la liberazione dal nazifascismo e in più la Speranza che esista un ordine soprannaturale, di qui il Pellegrinaggio della mia Madonna di Oropa che ho immaginato come dispensatrice d’amore e di risposte alle preghiere dei fedeli che le si affidano».
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