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Enogastronomia
26 Novembre 2025 - 14:05
C’è un momento, nei Campi Flegrei, in cui la terra ardente e il respiro del mare sembrano parlarsi. È in quello spazio sospeso, in quella tregua segreta tra vulcano e acqua, che la famiglia Carputo ha deciso di affidare parte della propria storia, consegnando alle profondità del Golfo di Napoli due creature enologiche dal respiro flegreo: “Voce 'e Notte” (Falanghina spumantizzata) e “Ammore” (rosso 60% Aglianico e 40% Piedirosso).
Un gesto audace, quasi rituale, che ha trovato il suo punto di racconto nella masterclass “Tra Fuoco e Mare”, organizzata in occasione dei trent’anni della cantina fondata negli anni ’90 da Francesco Carputo, oggi affiancato dai figli: Milena e Maria per l' amministrazione, Valentina per il marketing e la comunicazione e Raffaele per la produzione. L’incontro, accolto con la compostezza e la passione dei grandi momenti, ha riunito alcune figure cardine del panorama campano.
Il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro ha aperto lo sguardo critico sul progetto; Tommaso Luongo, presidente regionale di AIS Campania, ha guidato la degustazione con la consueta precisione; l’enologo di casa Antonio Pesce ha illustrato con rigore il percorso creativo e tecnico dei vini; mentre il prof. Domenico Fulgione dell’Università Federico II ha offerto una lettura scientifica del comportamento delle bottiglie nelle profondità marine.
Accanto a loro, la collaborazione tecnica di “Megaride Cantine Sommerse” ha dato concretezza a un’idea sospesa tra scienza e immaginazione. L’affinamento subacqueo, condotto per dodici mesi tra le correnti e la quiete del fondale, ha restituito vini diversi da sé, trasformati dalla pressione, dalla temperatura costante, dalla lontananza dalla luce. Non si tratta di un semplice gioco sperimentale: è una sorta di seconda nascita, un passaggio iniziatico.
Mentre le versioni tradizionalmente affinate in cantina mantengono un profilo nitido e territoriale, quelle emerse dal mare rivelano sfumature inattese, armonie più morbide, un’evoluzione lenta e misteriosa. È come se il Golfo avesse messo una mano sulla spalla del vino, modificandone il passo e il respiro. Ma la serata non è stata solo celebrazione tecnica. A dare un segno ulteriore di profondità, etica prima ancora che enologica, è stato l’annuncio che parte dei proventi delle edizioni speciali affinante sott’acqua sarà destinata alla ricerca contro il cancro.
Un impegno forte, guidato anche dalla presenza di Roberta Buccino Grimaldi, presidente della Fondazione AIRC Comitato Campania, il cui intervento ha ricondotto il valore del vino alla più concreta delle speranze: sostenere chi lotta ogni giorno per la vita. In questo intreccio di scienza, territorio e umanità, la famiglia Carputo dimostra una volta di più come l’enologia, quando nasce da radici vere, possa diventare racconto, visione, responsabilità.
“Voce e Notte” e Ammore” non sono soltanto bottiglie riemerse dal mare: sono il simbolo di una terra che continua a reinventarsi, conservando però la sua voce arcaica, quella che sale dal vulcano e si perde tra le onde. Un vino flegreo, quando è autentico, non si limita a essere bevuto: si ascolta. E questa volta, dalle profondità del Golfo, sembra arrivare un’eco nuova, più intensa, quasi un invito a guardare oltre la superficie, dove la terra e il mare si abbracciano da millenni.
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