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«Mio padre desiderava mia moglie»

«Mio padre desiderava mia moglie»

SANT’ANTIMO. Altro che “onore da lavare”, nel duplice omicidio dei suoi due generi, il suocero assassino, Raffaele Caiazzo, potrebbe avere agito per un malsano desiderio che nutriva nei confronti della nuora, Maria Brigida Pesacane, e per la gelosia nei suoi confronti alimentata dal sospetto che la 25enne fosse coinvolta in una relazione con il genero Luigi Cammisa (marito della figlia di Caiazzo). Un intreccio di passioni che si sarebbe trasformato in ossessione e - infine - in un altro “femminicidio”, incorniciato dall’omicidio del genero. «Tutte fantasie che ci hanno rovinato la vita. Ma sospetto che mio padre si fosse invaghito di mia moglie» ha raccontato agli inquirenti il figlio dell’omicida, Alfonso Caiazzo, aggiungendo: «un giorno, mio padre disse che aveva avuto addirittura una relazione con mia moglie». Il racconto di Alfonso Caiazzo fa accapponare la pelle. Perché, dopo aver visto il corpo crivellato di colpi del cognato Luigi Cammisa,aveva intuito che anche la moglie Maria Brigida fosse in pericolo. Le ha telefonato a casa per dirle di chiudersi dentro e di non aprire a nessuno. Poi è corso all’abitazione ma quando è arrivato era troppo tardi: la moglie era riversa in bagno ormai morta, anche lei crivellata di colpi. Sono dettagli che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, Simone Farina, nei confronti del 44enne Raffaele Caiazzo, accusato di aver ucciso giovedì mattina a Sant’Antimo, prima il genero Luigi e poco dopo la nuora Maria Brigida. Caiazzo era convinto che i due cognati fossero amanti. Il figlio del presunto omicida, Alfonso, era uscito per andare a lavorare quando la madre lo ha chiamato dicendogli di Luigi: quando ha visto il corpo del cognato, ha capito le intenzioni del padre e ha tentato di tutto per salvare la moglie. Troppo tardi. A casa, dopo aver trovato il corpo della donna, all’orrore si è aggiunto il terrore, perchè non ha visto i due bambini, che però erano stati prelevati da alcuni vicini che avevano udito gli spari. Luigi è stato colpito in piazza da sette colpi, Maria Brigida da cinque. Dall’ordinanza emerge anche che Anna e Alfonso Caiazzo, fratelli gemelli, hanno subito indicato ai carabinieri che ad uccidere i rispettivi coniugi era stato il padre Raffaele, che da tempo sospettava di una relazione extraconiugale tra i due cognati e che nel corso di una recente cerimonia in un ristorante, aveva fatto una scenata di gelosia quando un parente si era avvicinato a Maria Brigida. Così, il giorno prima del duplice omicidio c’èra stato un chiarimento che aveva visto riuniti i due fratelli, i rispettivi coniugi, il padre, Raffaele Caiazzo - l’omicida - e la moglie di quest’ultimo, durante il quale il 44enne ha confermato la sua idea che i due cognati avessero una relazione ritrattando invece l’affermazione di avere scambiato intimità con a nuora. “Quelle di mio padre erano tutte fantasie, però ci stava rovinando la vita, così a mia madre io e Anna abbiamo detto che non volevamo più vedere papà», ha detto Alfonso. Anche la sorella Anna Caiazzo, che giovedì mattina ha sentito i colpi di pistola e riconosciuto il corpo del marito in strada, ha confermato che in famiglia da qualche mese c’era il sospetto che Caiazzo avesse perso la testa per Maria Brigida. È la moglie di Caiazzo, Amelia D’Isidoro, a spiegare come era nata la fissazione del marito sulla relazione tra i cognati. «A Carnevale, festeggiammo in famiglia e Raffaele disse di aver visto Luigi fare avances a Maria Brigida». Caiazzo si era costituito ai carabinieri qualche ora dopo il duplice delitto, ed era stato sottoposto a fermo da parte della Procura di Napoli Nord (sostituto Alberto Della Valle e procuratore Maria Antonietta Troncone). Ieri il Gip di Napoli Nord Simone Farina, dopo l'udienza di convalida del fermo, ha convalidato il provvedimento della Procura.

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