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Stadio Caduti di Brema, lavori a rilento e restyling solo in parte

Stadio Caduti di Brema, lavori a rilento e restyling solo in parte

NAPOLI. All’esterno, il muro di contenimento e le recinzioni, appaiono insufficienti a garantire i requisiti minimi di sicurezza mentre le erbacce e la vegetazione selvaggia crescono così in fretta da rendere impervio persino il passaggio pedonale. Dentro, i sanitari risultano essere inutilizzabili tanta è la sporcizia e il terreno di gioco attende ancora di essere riconvertito a manto in erba sintetica. L’insegna, il tratto distintivo di un qualsiasi posto, è consumata dall’incuria. Per lo stadio Caduti di Brema del quartiere Barra, uno degli impianti dedicati agli allenamenti degli sportivi partecipanti alle Universiadi oramai incombenti, il percorso di riqualificazione è a dir poco accidentato. I lavori per la struttura di via delle Repubbliche Marinare sembrano procedere così a rilento che ad oggi sarebbe improbabile ospitare persino una corsetta defaticante, figurarsi la preparazione alle gare per la seconda manifestazione sportiva in ordine di importanza dopo le Olimpiadi. Nel settembre del 2018, con una procedura negoziata, i lavori per lo stadio Caduti di Brema furono affidati ad un’Associazione Temporanea di Impresa per un importo ammontante a circa 600mila euro. Da anni si parlava di dare un nuovo volto al Caduti di Brema e, inserendolo nell’elenco degli stadi per le Universiadi, sembrava l’occasione giusta. Invece, afferma il presidente della commissione di controllo per le Universiadi Vincenzo Moretto, ieri in visita all’impianto con i colleghi Luigi Felaco, Maria Caniglia e Marta Matano e all’assessore allo sport Ciro Borriello, «abbiamo avuto un’amara sorpresa. Se i lavori dovessero essere quantificati, direi che sono non oltre il 50% a meno di un mese dall’inizio della manifestazione. Procedendo così, il Caduti di Brema non sarà mai pronto in tempo». Viene giudicato troppo poco dalla commissione la sostituzione della vecchia illuminazione e il rifacimento di parte degli spogliatoi e dei bagni. Adirato è anche il capogruppo Pd al Comune, Aniello Esposito, abitante nell’area Est. «Ho più volte denunciato alla commissione consiliare e ai rappresentanti dell’Agenzia Regionale per le Universiadi lo stato di fatiscenza dello stadio. Risulta incomprensibile quanto sta accadendo». Anche l’assessore Ciro Borriello proviene dalla zona orientale di Napoli e lo stadio lo conosce bene. Il titolare allo sport ammette le difficoltà: «Le condizioni del muro di cinta e del verde circostante preoccupano. L’attenzione nostra sulla struttura sarà massima e il commissario per le Universiadi, Basile, ha dato la sua disponibilità per far proseguire anche successivamente i lavori». A questo punto, due quesiti si pongono: quanto dureranno questi interventi post manifestazione? E, soprattutto, con queste cattive premesse, la ditta sarà in grado di accelerare creando le condizioni perché gli atleti possano davvero allenarsi nel periodo delle Universiadi? Luigi Felaco, componente anche della Commissione Scuola, guarda oltre e si concentra sulle opportunità legate al restyling di decine di impianti cittadini. «Molti di questi avranno nuove funzionalità grazie alle Universiadi, ai quartieri cosiddetti periferici saranno offerti nuovi servizi». Per evitare che le strutture, compresa ad esempio il palazzetto Dennerlin o il Palavesuvio, sempre a Napoli Est, si trasformino in cattedrali nel deserto va fatta, aggiunge Felaco, «un’operazione con i ragazzi e le scuole per riappropriarsi di tutti questi spazi».

 

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