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11 Giugno 2019 - 07:30
NAPOLI. Rientrano in casa le circa 30 famiglie sgomberate dall’edificio al civico 228 di via Duomo, teatro sabato mattina della tragica morte del commerciante 66enne Rosario Padolino colpito da pezzi di cornicione staccatisi dalla sommità del palazzo di proprietà privata. Grazie al certificato di eliminato pericolo trasmesso dalle autorità competenti gli inquilini, ricevendo l’opportuna notifica, hanno iniziato di nuovo ad accedere ai propri appartamenti tenendosi però almeno per il momento ben lontani da affacci vari e balconi in virtù del sequestro ancora in atto. Continui, già dal pomeriggio di sabato, i sopralluoghi di Polizia municipale, Protezione Civile e vigili del fuoco volti a constatare le condizioni di stabilità del palazzo di via Duomo 228 e ridare un senso di normalità alle famiglie costrette a dormire per tutto il weekend in bed and breakfast o in altri alloggi provvisori. Ovviamente saranno necessari lavori di ristrutturazione, che una ditta specializzata effettuerà in accordo con l’amministratore di condominio Vincenzo Bernardo e gli abitanti del palazzo. «L’edificio ha sempre avuto tutte le assicurazioni – si dicono certi alcuni residenti del 228 - Non vediamo il motivo per cui, dopo quanto successo, queste assicurazioni non ci dovrebbero essere. L’amministratore è una persona seria e professionale». Naturalmente, gli approfondimenti della magistratura per appurare ipotetiche responsabilità faranno il proprio corso. L’ultimo saluto a Padolino potrebbe tenersi nella chiesa del Duomo di Napoli. Ad oramai tre giorni dai fatti, la paura che quanto successo a Rosario possa ripetersi, angoscia residenti e commercianti. Raffaele lavora al bar dove Padolino si stava recando a prendere un caffè prima di andare incontro alla morte. «Io – afferma – porto in zona un qualcosa come 300 caffè al giorno ed ogni volta guardo in alto per sapere che qualcosa non stia cadendo giù. Credetemi, non è bello dover convivere tutti i giorni con l’angoscia che qualcosa possa colpirti». Salvatore, che da tanti anni ha un’edicola nel tratto di via Duomo che costeggia Forcella dice senza mezzi termini: «Nessuno controlla che i palazzi di Napoli siano o meno in buone condizioni. Il problema però non è solo qui. Le stesse insufficienti reti verdi di protezione ci sono in altri edifici della città». Vincenzo, residente nei dintorni, guarda al passato per spiegare i problemi di via Duomo. «Sono almeno sei anni che tanti di noi segnalano l’invivibilità di questa strada. La rovina è iniziata quando il Comune ha deciso di istituire la Zona a traffico limitato, passare qui è diventato complicato».
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