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Classifica Censis, Università napoletane le peggiori d'Italia

Classifica Censis, Università napoletane le peggiori d'Italia

NAPOLI. Le Università napoletane? Un disastro. Almeno secondo la classifica del Censis che ieri Repubblica ha anticipato nelle pagine nazionali del giornale. La ricerca che viene effettuata da 19 anni, quest’anno punta a quelle strutture che nella formazione puntano realmente sulla lingua inglese e, per la prima volta, nel ranking, viene inserito l’indicatore dell’occupabilità. Ebbenne gli atenei napoletani sono tutti fanalino di coda, per ogni categoria considerata. A cominciare dalla Federico II, la più antica università pubblica del mondo, che, peggiorando ancora il risultato dello scorso anno, è all’ultimo posto tra i “mega atenei” statali, cioè quelli con oltre 40mila iscritti. Il rettore Ma il rettore Gaetano Manfredi osserva: «Nelle classifiche con indicatori di contesto, le università del Sud sono penalizzate». Ma anche Bari e Catania superano Napoli. In questa classifica la prima è l’Alma Mater di Bologna, fermamente piazzata in cima alla classifica da dieci anni, seguita da Padova, Firenze, “La Sapienza” di Roma, Torino, Pisa e Milano. Anche nella seconda classifica, quella dei grandi atenei statali (tra 20mila e 40mila studenti), Napoli è ultima con l’Università “Vanvitelli” (la ex Seconda Università di Napoli), che, come la Federico II, peggiora ancora rispetto allo scorso anno, finendo in coda a pari merito con Chieti e Pescara che, invece, migliora il suo punteggio. In Campania solo Salerno ottiene un buon risultato. In questa classifica ai primi tre posti troviamo Perugia, Calabria e Parma. Anche un ateneo del Sud, a dispetto della teoria secondo la quale il contesto su questa classifica incide pesantemente per le accademie meridionali. Anche se il dato è incontrovertibile, come ricorda lo stesso  Censis, nell’ultimo anno più del 23% di studenti del Sud è andato a studiare fuori regione.   Terza classifica, ancora due pessimi risultati. Con l’Orientale all’ultimo posto e la Parthenope al terzultimo. Tra le due l’Università di Catanzaro. Prime tre: Trento, Siena e Triste. Anche nella classifica dei medi atenei non statali Napoli è fanalino di coda con il Suor Orsola Benincasa. Un vero disastro, che visti gli investimenti sempre minori per la formazione rischiano di compromettere sempre di più la qualità delle nostre strutture, che, nonostante tutto, riescono a conservare alcuni elementi di eccellenza a livello internazionale.

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