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27 Luglio 2019 - 15:43
NAPOLI. È stato costituito a Napoli il "Comitato per il riconoscimento delle Confraternite come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità presso l’Unesco-Onu".
Lo scopo del 'Comitato' è quello di salvaguardare, tutelare e valorizzare il Patrimonio Immateriale e Materiale delle Confraternite - quali aggregazioni laicali, culturali e sociali sorte fin dal XV secolo - e di promuovere tutte le iniziative tese a conservare e tramandare la loro memoria storica e le loro tradizioni, espressioni di valori sociali e culturali ancora di grande attualità.
Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, è il presidente onorario del “Comitato Confraternite pro Unesco”, fortemente voluto da Alfonso Morvillo, direttore del Cnr-Iriss e da padre Salvatore Fratellanza, presidente del “Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate”. Tra i membri promotori ci sono anche Daniela Rinaldini, Pasquale Persico, Marcella De Martino, padre Giuseppe Tufo e Italo Pica.
Per il riconoscimento di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità presso l’Unesco-Onu, e per rafforzare lo spirito identitario e i principi umanitari di cui le Confraternite sono portatrici, si parte da Napoli, capofila dell’iniziativa, con l’intento di avviare una collaborazione internazionale, nella convinzione che i valori che si intendono difendere, promuovere e trasmettere siano universalmente riconosciuti, sebbene l’engagement e le specifiche manifestazioni delle comunità locali differscano territorialmente.
Tale sfida rientra tra gli obiettivi dell’Accordo di Collaborazione per la realizzazione di un Progetto di ricerca-azione tra il “Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate”, che intende valorizzare alcuni dei propri oratori in disuso, e il Cnr-Iriss, che con la propria consolidata esperienza di studio e ricerca sui processi di sviluppo place-based, intende perseguire un obiettivo di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale ecclesiastico, che si caratterizza anche per il sostegno all’attivazione di iniziative imprenditoriali di natura sociale.
L’accordo si sostanzia nella progettazione, sperimentazione e validazione di un modello di valorizzazione che, attraverso la condivisione con le comunità locali di un sistema di servizi innovativi a cui siano associati modelli di business appropriati, sia in grado di far emergere e promuovere lo spirito identitario e, contestualmente, attivare processi di sviluppo locale sostenibili.
Si ritiene infatti che le specifiche modalità di trasmissione dei valori siano indissolubilmente legate ai luoghi di appartenenza e alla capacità di recepire le istanze degli attori del territorio e che, quindi, la costruzione condivisa dei modelli di governance e l’attivazione di modelli di business innovativi, siano oggi di fondamentale importanza per la rigenerazione delle chiese sottoutilizzate o dismesse, oltre che per l’acquisizione di fondi per la salvaguardia e la tutela del patrimonio storico-artistico.
I beni culturali ecclesiastici hanno infatti dimostrato nel corso della storia ineguagliabili capacità di resilienza, comprovando come un un’adeguato processo trasformativo del rapporto tra memoria e innovazione, pur adeguandoli alle esigenze del tempo, ne abbia mantenuti inalterati i principi fondativi, simbolici e identitari.
Il Comitato Confraternite pro Unesco ha dunque il duplice fine di trasmettere integri tali principi alle generazioni future, e perseguire tale riconoscimento affinché si renda realizzabile una gestione sostenibile del patrimonio ecclesiastico.
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