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29 Luglio 2019 - 11:57
NAPOLI. Era il 18 gennaio scorso, appena due giorni dopo, quando il nostro giornale lanciò l’ipotesi di una pista alternativa in relazione al presunto attentato a “Sorbillo”. C’erano due circo- stanze che la- sciavano per- plessi sia gli in- vestigatori (so- prattutto) che noi: l’imperizia mostrata dagli attentatori, ri- presi dalle im- magini di una telecamera pri- vata, e la residenza di un altro im- prenditore del settore proprio so- pra la pizzeria del più famoso Luigi. E così, visto che due più due fa sempre quattro, gradual- mente il cerchio si è stretto in- torno ai responsabili della tenta- ta estorsione partendo da analisi logiche e dalla coraggiosa de- nuncia della moglie della vittima. Dunque, la seconda pi- sta seguita, che si è rive- lata giusta, è partita dal- l’ipotesi che nel mirino dei due bombaroli, l’esecutore materiale dell’intimidazione e il complice che lo attendeva in scooter, ci fosse un altro ristoratore che abi- ta al primo piano della palazzina di via Tribunali in cui ha sede la pizzeria “Sorbillo”. L’ordigno in effetti era stato piazzato davanti allo storico locale, ma le per- plessità in alcuni investigatori so- no sorte per un motivo ben pre- ciso: l’attentatore appare nei vi- deo palese- mente inesper- to e indeciso, al punto da ag- girarsi per ben 7 minuti in zo- na prima di en- trare in azione, e potrebbe aver lasciato andare la “cipolla” a terra senza lanciarla temendo l’improvviso arrivo di qualcuno o semplicemente per paura che gli scoppiasse in mano. Impres- sione o suggestione che sia, di fatto il comportamento è sem- brato a tutti quantomeno anoma- lo. Addirittura qualcuno si az- zarda a pensare che il “pacco” gli sia scivolato. Il ristoratore po- tenziale bersaglio, Giuseppe Esposi- to, ha aperto “Piz- za e pummarol” in via dei Tribu- nali e su di lui co- me potenziale bersaglio si appuntò subito l’at- tenzione degli investigatori, tan- t’è vero che fu sentito già nel cor- so delle prime indagini. Poi la de- nuncia della moglie, che gestisce con lui l’attività imprenditoriale, ha tagliato la testa al toro: «ho saputo che mio marito aveva su- bito richieste estorsive e per que- sto motivo avevano sparato con- tro la serranda della nostra piz- zeria». Alla sua abitazione, in via dei Tribunali al piano di sopra della pizzeria “Sorbillo”, non è stato arrecato alcun danno. Ma ciò è dipeso dall’inesperienza degli au- tori. Come si vede dalle imma- gini di due telecamere, in parti- colare da quella posizionata in via atri, i bombaroli erano in due: uno è rimasto sullo scooter con il motore acceso, il secondo è sceso e dopo una lunga esitazio- ne ha piazzato l’ordigno davanti alla pizzeria “Sorbillo”. Una cop- pia di malviventi incappucciati che, secondo la maggior parte de- gli investigatori, nella notte tra martedì e mercoledì 16 gennaio entrarono in azione per lanciare un segnale camorristico inequi- vocabile, indipendentemente da chi fosse la vittima: il “pizzo” va pagato. “Mille euro per i carcerati”, era stata la richiesta. Ma Luigi Sor- billo non aveva ricevuto la “bus- sata”, come ha sempre dichiara- to. Ecco perché il messaggio non era diretto a lui.
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