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Rifiuti, il Consiglio Metropolitano: «No a ulteriore utilizzo siti area nord»

Rifiuti, il Consiglio Metropolitano: «No a ulteriore utilizzo siti area nord»

NAPOLI. «Il Consiglio Metropolitano diffida la Regione Campania a dare seguito, quanto prima, ad un vero e concreto piano di bonifica sul territorio giuglianese, come previsto dalla normativa e mai applicato dall’attuale governo regionale, opponendosi a qualsiasi proposta di nuovo ed ulteriore utilizzo di siti, cave o terreni disponibili che insistono sull’area a nord di Napoli, per lo stoccaggio provvisorio, definitivo o di altro tipo, di rifiuti trattati e non, ed invita il Ministero dell’Ambiente ad inserire ad horas il territorio Litorale Domitio Flegreo – Agro Aversano ex lege 428/98 tra i siti di interesse nazionale e non più di interesse regionale». È quanto recita l’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea di Santa Maria la Nova nel corso della seduta tenutasi questo pomeriggio ed appena conclusasi, in relazione alla possibilità di utilizzare siti presenti nel territorio di Giugliano in Campania e dei comuni limitrofi per far fronte alle necessità derivanti dalla chiusura per manutenzione dell’inceneritore di Acerra programmata per il prossimo settembre.

La richiesta nasce dalla considerazione che «la gestione del ciclo integrato dei rifiuti è di competenza della Regione Campania – si legge nel testo, proposto dai Consiglieri Metropolitani Raffaele Cacciapuoti, Diego D’Alterio, Domenico Marrazzo, Nicola Pirozzi e Rosario Ragosta e sottoscritto da tutti i presenti in aula - e l’area a nord di Napoli, nella quale insiste il più grande sito di stoccaggio mondiale di rifiuti a cielo aperto in località “Taverna del Re",  è già satura di discariche e di impianti di trattamento rifiuti, facendo registrare il più alto tasso di tumori e malattie dermatologiche, respiratore, allergiche, endocrinologiche e sospette mutazioni genetiche su base nazionale, soprattutto derivanti dai danni ambientali legati alla Terra dei Fuochi».

Le criticità deriverebbero dal fatto che, malgrado «le manutenzioni - argomentano i Consiglieri promotori - ordinarie e straordinarie, del termovalorizzatore di Acerra fossero ben note ed obbligatorie fin dalla sua entrata in funzione, nel contratto stipulato tra Regione Campania e la società A2A, affidataria della gestione dell’impianto, non è stato previsto alcun piano alternativo per sopperire al dovuto e programmato intervento di manutenzione straordinaria, e che la Regione Campania, pur essendo a conoscenza di tale mancanza, non ha provveduto in tempi utili ad organizzare eventuali soluzioni alternative, facendo in modo da creare allarmismi e problemi di ordine pubblico su territori già martoriati da discariche ed impianti di trattamento dei rifiuti».

La Legge regionale n. 14/2016 «prevede – continua il documento - che la programmazione e la pianificazione venga attuata dalla Regione Campania soprattutto mediante la realizzazione di interventi di bonifiche», così come una legge dello Stato «tutela quell’area da ulteriori insediamenti e/o ampliamenti di siti per lo smaltimento dei rifiuti», affermando che «in assenza di interventi di riqualificazione o di opere di bonifica nel territorio dell'area Flegrea - ricompresa nei comuni di Giugliano in Campania, Villaricca, Qualiano e Quarto in provincia di Napoli, per il territorio contermine a quello della discarica Masseria Riconta - nelle aree protette e nei siti di bonifica di interesse nazionale (…) non possono essere localizzati ulteriori siti di smaltimento finale di rifiuti». «Non sono, invece, mai state avviate rilevanti opere di bonifica su tutto il territorio – obiettano i Consiglieri nell’Ordine del Giorno – alla stessa stregua della rimozione delle ecoballe dal sito di Taverna del Re - inizialmente concepito qual sito di stoccaggio provvisorio - prevista nel piano straordinario di intervento della Regione Campania ma rimasta incompiuta e quindi fallimentare».

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