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27 Agosto 2019 - 07:41
Servizi al palo
NAPOLI. Napoli, un territorio difficile dove i servizi sociali svolgono un ruolo primario e delicato. O almeno dovrebbero. Perché nella realtà del Comune di Napoli il numero di assistenti sociali a disposizione dei cittadini è minimo e secondo i diretti interessati anche distribuito male, tra centro e periferie dove il bisogno è alto e la povertà consistente. Per questo la Funzione Pubblica Cgil Napoli ha indetto uno sciopero, per questa mattina, per lanciare un segnale chiaro sull’urgenza di risollevare la drammatica situazione in cui versano i servizi sociali della città: pochi e prossimi al pensionamento, con carichi di lavoro al di là delle loro possibilità, non valorizzati e mal distribuiti sul territorio, a scapito di lavoratori e cittadini che usufruiscono dei servizi. Uno sciopero di due ore, dalle 10 alle 12, con un presidio di delegati sindacali e assistenti sociali previsto per le 10,30 davanti la sede della II Municipalità in piazza Dante. Il problema evidenziato in questi mesi dagli assistenti sociali è implicito nello stesso numero che compone il comparto. La popolazione residente a Napoli è attualmente composta da 972.973 persone, a fronte delle quali sono in servizio appena 126 operatori, ovvero un assistente sociale ogni 7.722 persone. A mancare all’appello sono 69 operatori, praticamente il 55% del personale in servizio. Di contro la distribuzione nei quartieri non è logica. Ciò che emerge dalla distribuzione degli assistenti sociali in servizio sul territorio è una forte penalizzazione delle periferie a vantaggio del centro. Eppure, dicono, è proprio nelle periferie che si registra esserci un più forte bisogno: più casi di violenza, di dispersione scolastica e di allontanamento di minori. Ci sono realtà come quella di Secondigliano che prevede la presenza di 2 assistenti sociali, laddove il fabbisogno è di 12 unità. Stesso discorso vale per Scampia, dove ci sono attualmente 5 operatori in servizio, a fronte dei 13 previsti. Infine Piscinola dove ci sono 2 operatori a fronte di un’esigenza di 9. Una situazione drammatica che sembra considerare come unica possibilità di soluzione quella del gioco dei quattro cantoni: non assumere, ma redistribuire sul territorio quelli già in servizio, trasferendoli da un quartiere all’altro. Ma una realtà già in grave carenza di organico – destinato inoltre a dimezzarsi a causa dei prossimi pensionamenti – non può essere gestita con la ridistribuzione. «Per queste ragioni e per dare il legittimo riconoscimento professionale ed economico ad una categoria fino ad oggi invisibile, abbiamo proclamato lo sciopero, per garantire diritti e tutele agli assistenti sociali e migliori servizi ai cittadini» fa sapere la Fp Cgil di Napoli.
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