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27 Agosto 2019 - 10:10
Era da solo al corso Garibaldi
di Luigi Sannino
NAPOLI. Una fuga da “Papillon” per poi restare in zona e farsi acchiappare come un pollo. Da eroe dei detenuti che non hanno mai avuto il coraggio di tentare di evadere da un carcere Robert Lisowski si è trasformato in comune mortale e ieri sera è stato arrestato tra corso Garibaldi e via Camillo Porzio, a poca distanza dall’istituto penitenziario di Poggioreale. Ma ci sono due buoni motivi alla base della fine della fuga del presunto assassino polacco di 32 anni: nel cadere è rimasto claudicante e soprattutto, i poliziotti della squadra mobile hanno compiuto un’operazione perfetta, circoscrivendo il luogo in cui si era nascosto e uscendo allo scoperto appena lui si è messo a camminare. Erano le 22 e 15 di ieri.
Una traccia precisa conduceva al quartiere Poggioreale, dove presumibilmente Robert Lisowski ha trascorso la notte in un alloggio di fortuna, prima di tentare di allontanarsi a piedi nonostante un piede gonfio. Era da solo ed è stato condotto agli uffici della Mobile in questura, da dove è stata chiamata un’ambulanza per trasportarlo in nottata all’ospedale Loreto Mare per un controllo.
Due erano le zone cerchiate in rosso sulla mappa di Napoli: Poggioreale con il Centro Direzionale e i Quartieri Spagnoli. La prima per la vicinanza con il carcere e l’altra perché frequentata in passato dal 32enne polacco. Ma gli investigatori della polizia (diretti dal vice questore Nunzia Brancati) hanno privilegia to la prima ipotesi e hanno avuto ragione. Intanto le inchieste parallele sulla clamorosa evasione, della procura di Napoli e interna all’istituto penitenziario, stanno entrando nel vivo e presto saranno ascoltati diversi agenti in servizio domenica mattina, tra cui i 3 che controllavano i carcerati che partecipavano alla funzione religiosa e i colleghi in servizio sulle torrette di sorveglianza.
Previsto l’interrogatorio anche di altri detenuti del padiglione “Milano”, oltre ai compagni di cella del fuggitivo già sentiti.
IL COMMENTO DEL QUESTORE ALESSANDRO GIULIANO. «Sono orgoglioso delle donne e degli uomini della Questura, che hanno lavorato con impegno e professionalità straordinari. Questa cattura è inoltre frutto di una perfetta sinergia e di un efficace scambio di informazioni con i colleghi dell’Arma dei Carabinieri».
LA CONFUSIONE IN CHIESA E IL SALTO SUL MURO DI CINTA. Robert Lisowski domenica avrebbe approfittato della celebrazione della messa, con circa 300 persone in chiesa, per raggiungere una vetrata interna e saltare sul muro di cinta, guadagnando così diversi metri, salendo all’altezza di 20 metri da cui si è calato con la fune realizzata tagliando le lenzuola. Un lavoro lungo e paziente durato giorni e giorni, come dimostrano i brandelli di stoffa trovati nella sua cella quando è stata perquisita. Eppure nessuno se n’era accorto, nemmeno i compagni di stanza, 3 magrebini e 2 cittadini dell’Europa dell’est. Interrogati poco dopo la clamorosa fuga, hanno dichiarato di non avere visto né sentito nulla.
LA NOTA DEL MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA. Sulla vicenda è intervenuto con una nota il ministero di Grazia e giustizia, informando che circa 300 detenuti negli ultimi mesi sono stati dislocati in altri penitenziari. «L'operazione sfollamento del carcere di Poggioreale è iniziata alcuni mesi fa, esattamente il 21 giugno scorso, quando il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria dispose un primo trasferimento di 203 detenuti dalla sezione “Salerno”, dove si era verificata la rivolta dello scorso 16 giugno, al fine di permettere uno stile di vita detentiva migliore. A seguito di una visita del Capo Dap, furono disposti contestualmente dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato proprio il padiglione “Salerno”, per migliorare le condizioni di detenzione. Nel corso di questi mesi sono stati circa 300 i detenuti trasferiti in altri istituti, tanto che ad oggi si contano 2.076 presenti. Nel frattempo i lavori di ristrutturazione sono andati avanti e hanno interessato i padiglioni "Genova", "Venezia", "Roma", "S. Paolo" e "Avellino".
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