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03 Settembre 2019 - 07:30
Domani il termovalorizzatore di Acerra fermerà anche la terza e ultima linea
CAIVANO. Vertenza stoccaggio delle ecoballe: non è chiaro come si concluderà questa crisi, ma certamente ci sarà il colpo di scena. Ieri i vertici di Sap.Na (Cozzolino, Iodice e Celano), dopo aver deglutito il “non parere” congiunto di Asl e Arpac, sono tornati sui siti individuati nella zona Asi di Caivano, cercando di trovare il modo di imporre la loro volontà. Ad accoglierli hanno trovato il vice presidente del consiglio direttivo dell’Asi, Nino Navas e il legale del consorzio, che a muso duro e senza tanti giri di parole hanno ripetuto quanto già detto venerdì a Iodice e Punzo (dipendenti della Sap.Na), facendo salire la tensione. È chiaro che si vuole creare l’emergenza per superare tutte le difficoltà che dovevano essere pianificate da tempo per evitare quello che, invece, si sta verificando, ma soprattutto, per scansare una situazione che costerà non poco alle casse pubbliche. È forte la sensazione che si è perso tutto questo tempo per creare i presupposti e affidare, senza tanti problemi né controlli, i rifiuti solidi urbani indifferenziati ai privati, alcuni dei quali, secondo voci che non trovano conferma, sembrerebbero essere già stati individuati nel salernitano. Insomma, un business a nove zeri. In ogni modo il conto alla rovescia è iniziato. Il blocco durerà fino al 12 di ottobre e il terrore nella popolazione si fa sempre più forte, soprattutto nella gente che vive a ridosso del famoso triangolo della morte, meglio nota come la Terra dei fuochi, dove nonostante i tanti proclami propagandistici, sono aumentati i roghi, soprattutto quelli di rifiuti abbandonati tra Caivano, Acerra e Giugliano, dove ci sono consistenti accampamenti di rom che, secondo voci che non trovano alcuna conferma, agirebbero nottetempo per dare fuoco a cumuli di rifiuti che producono colonne di fumi neri contenenti diossine e furani. Da mesi nelle sedi opportune si sono susseguiti interminabili tavoli di concertazione che hanno visto la presenza di Regione Campania, Città Metropolitana di Napoli, le quattro Province e i tre Ato. Tutto era mirato a predisporre un piano credibile, ma purtroppo tutto è risultato essere l’esatto contrario. I sindaci delle aree prescelte (Acerra, Marigliano e Giugliano), sono saliti sulle barricate e per difendere il loro territorio, consapevoli che avrebbero perso credibilità, hanno fatto sentire a Luigi de Magistris il loro livore. Il risultato finale è stato che il tavolo di concertazione ha deciso che a Marigliano ed Acerra non c’erano più le condizioni per far arrivare le ecoballe confezionale negli Stir di Giugliano e Caivano. Insomma una vittoria di Pirro, che ha portato i vertici di Sap.Na a puntare su Caivano, facendo i conti senza l’oste, e dove purtroppo da decenni ci sono oltre 400mila tonnellate di rifiuti tritovagliati in attesa di essere portati all’inceneritore, che non sa cosa farsene, visto che quei rifiuti sono di pessima qualità. L’unica via d’uscita è creare le condizioni per l’emergenza, così come fu fatto un decennio fa, quando il termovalorizzatore di Acerra venne indicato come un impianto d’interesse strategico, superando ogni possibile ostacolo, a colpi di ordinanze inappellabili e militarizzando un territorio. A distanza di 10 anni dall’avvio dell’impianto di Acerra (era il 26 marzo 2009), battezzato da Berlusconi e Bertolaso, purtroppo non è stato ancora chiuso il ciclo dei rifiuti. Ad oggi mancano gli impianti per il trattamento dell’organico e, quei pochi impianti per il trattamento del secco riciclabile, vengono usati con il freno a mano. Una manovra per provocare l’emergenza? Boh, chi sa. Comunque finalmente l’emergenza c’è.
Nino Pannella
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