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Scappa dal pronto soccorso e racconta la disavventura sul web: fujtevenne

Pomeriggio nel “girone” più complicato dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia

CASTELLAMMARE DI STABIA. Dall’ospedale San Leonardo, “fujtevenne”. È quanto consiglia Giuseppe Di Massa, storico stimato di Gragnano che sui social denuncia di avere vissuto una disavventura al Pronto soccorso dell’ospedale di Castellammare di Stabia, avendo avuto necessità di ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso. Gli rispondono molti cittadini: «Io sono da 15 giorni con mamma in chirurgia: è stata operata... Non metto in discussione la professionalità del dott Bianco e di qualche suo assistente ma gli infermieri.... Meglio non parlare.... Dovrebbero solo pensare che al posto dei nostri familiari potrebbero esserci i loro». E un’altra donna afferma: «Io ho detto ai miei figli se dovessi sentirmi male di non portarmi assolutamente all'ospedale San Leonardo di Castellammare.». L’amara esperienza raccontata da Giuseppe Di Massa, è avvenuta alle ore 13 di ieri. «Dopo alcuni anni di assenza, sono stato al pronto soccorso per un’emergenza sanitaria - racconta l’uomo sui social - Pensavo che qualcosa di meglio avrei trovato rispetto ad alcuni anni fa. Disorganizzazione incredibile, mancanza di umanità. Arroganza e incompetenza. Mi sono recato più volte presso la palazzina della direzione sanitaria per protestare su alcune anomalie, ma nessuno ha risposto al citofono. Un ospedale enorme, ma il piano terra era deserto. Nel nuovo reparto di pronto soccorso non funzionava la macchinetta per misurare la pressione. L’ho segnalato, le infermiere l’hanno attivata, ma sono andate via senza provvedere alla misurazione. Hanno attaccato i sensori per un elettrocardiogramma, ma in 4 ore non hanno provveduto a farlo. Abbiamo dovuto staccare i sensori a casa». «Per un esame del sangue - prosegue l’anziano - sono state necessarie 3 ore per il responso. La gente era arrabbiatissima per il caos. Quando sono andato a protestare presso il laboratorio, mi è stato riferito che avevano mandato il responso 1 ora e mezza fa via web, pur sapendo che la linea era guasta. Non potevano consegnarlo a me, ma mi hanno chiesto di avvisare il medico di mandare un’infermiera a ritirarlo. L’isteria del medico è stata la ciliegina sulla torta. Non ho potuto fare a meno di notare che la mentalità delle “amicizie e conoscenze” era tuttora disgustosamente presente. Conclusione: alla fine siamo scappati da questo girone infernale. Il medico isterico voleva ripetere gli esami a distanza di 1 ora e al solo pensiero di dover aspettare altre 3 o 4 ore per il responso, abbiamo preferito tornarcene a casa, sperando in un miglioramento naturale. Ma ripromettendoci, in caso di necessità, di andare in un altro ospedale». 

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