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09 Settembre 2019 - 18:51
NAPOLI. Terremoto tra i vicoli del centro storico, il ras Arcangelo Trongone lascia il carcere e torna a casa. Uomo di massima fiducia dell’ex boss dei Quartieri Spagnoli, Marco Mariano, “Angioletto” è riuscito a ottenere gli arresti domiciliari dopo aver saldato quasi del tutto il proprio debito con la giustizia. Dovendo infatti scontare ormai soltanto un piccolo residuo di pena, il “padrino” di Sedile di Porto ha potuto fare ritorno nel proprio quartiere. Un colpo di scena destinato a innescare reazioni al momento imprevedibili negli equilibri criminali della zona. Di certo nessuno pensava che Trongone sarebbe riuscito a tornare quasi a piede libero in così breve tempo. Sulla sua testa pendeva infatti la pesantissima accusa di essere stato, su mandato dell’ex boss Mariano, l’organizzatore dell’omicidio del ras “quartierano” Francesco Terracciano, fratello del capoclan Salvatore. Finito in manette proprio sulla scorta delle rivelazioni rese dall’ex capo del clan dei “Picuozzi” e dal pentito Maurizio Overa, il presunto killer di Palazzo Amendola nel luglio dello scorso anno ha però ottenuto una clamorosa assoluzione con formula piena al termine del processo di primo grado celebrato con il rito abbreviato. Un verdetto favorevole che di lì a breve si sarebbe trasformato nello spartiacque che ne avrebbe determinato la scarcerazione. Scampato a una pena potenzialmente devastante e rimasto dietro le sbarre soltanto per una condanna a sei anni di reclusione per altri reati, Arcangelo Trongone pochi giorni fa ha così ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. In poche ore la notizia del suo ritorno a Palazzo Amendola ha fatto il giro dell’intero centro storico: da Sedile di Porto a Santa Chiara, fino ai vicoli di Montecalvario e Montesanto. La scarcerazione di Trongone, com’è normale che sia, ha mandato in fibrillazione anche gli ambienti investigativi. Le forze dell’ordine stanno infatti monitorando con attenzione i movimenti della reta di conoscenze del ras al fine di individuare e valutare eventuali alterazioni nei già fragili equilibri criminali del quartiere. Con l’arresto dei vecchi boss e la recente uscita di scena del gruppo Prinno di Rua Catalana, l’intera area del Decumano del Mare è diventata una polveriera pronta a scoppiare da un momento all’altro. In ballo, neanche a dirlo, c’è la gestione delle piccole ma numerose piazze di spaccio e, soprattutto, il controllo delle richieste estorsive ai danni dei commercianti e degli imprenditori del quartiere: un business di non poco conto, soprattutto visto il recente boom turistico di cui sta beneficiando l’intero centro storico di Napoli. Arcangelo Trongone, nonostante i suoi trascorsi burrascosi nella malavita locale, va comunque considerato, almeno fino a prova contraria, come un uomo che ha saldato quasi del tutto il proprio debito con la giustizia e che magari ha anche deciso di cambiare vita. Sul punto, però, le forze dell’ordine che monitorano le cosche attive ai Decumani e dintorni non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. L’imperativo resta pertanto quello di stoppare sul nascere qualsiasi eventuale nuova tensione camorristica. Il ras Trongone intanto può godersi il ritorno a casa.
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