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10 Settembre 2019 - 07:00
NAPOLI. L’omicidio di Domenico Gargiulo sarebbe avvenuto prima dell’agguato mortale a Gennaro Sorrentino: il primo venerdì scorso, l’altro sabato. Una circostanza temporale che non cambia l’ipotesi di “botta e risposta” tra due clan, ma farebbe pensare a una vendetta della “Vanella Grassi” cui era legato “Sicc penniello” e non il contrario. Ma la ricostruzione si basa soprattutto, se non esclusivamente per ora, su elementi logici mentre manca ancora una traccia precisa per risalire al momento dell’improvvisa nuova fibrillazione nell’area di Scampia e Secondigliano. Al punto che gli investigatori non escludono neppure la possibilità che si sia trattato di due fatti non collegati tra loro, anche se nessuno ci crede troppo. Al vaglio della polizia e dei carabinieri, che procedono per i due episodi di sangue distintamente ma con il coordinamento della procura antimafia, ci sono quindi più piste: la prima, che sarebbe clamorosa, è che si sia rotta l’alleanza tra gli Amato-Pagano, al quale era affiliato Gennaro Sorrentino, e i Marino-Vanella Grassi. Un asse che durante la terza faida di Scampia ha combattuto per due anni gli Abete-Abbinante-Notturno-Aprea. La seconda ipotesi è che questi ultimi, forti di una nuova alleanza con una cosca forte, abbiano deciso di compiere un attacco su più fronti ai vecchi nemici di camorra. La terza, appunto, condurrebbe a vicende slegate e quindi a possibili vecchi regolamenti di conti saldati appena se n’è presentata la possibilità. Cominciamo dalla prima pista, al momento la principale. Sia Gennaro Sorrentino che Domenico Gargiulo erano da poco usciti dal carcere e non avrebbero avuto il tempo di cambiare casacca di appartenenza. Il primo era storicamente legato agli Amato-Pagano e già prima della scissione con i Di Lauro trafficava droga con Raffaele Stanchi detto “Lello bastone” (poi torturato e ammazzato dalla “Vinella”) e Biagio Esposito detto “Biagino” (diventato successivamente collaboratore di giustizia, precisamente durante la prima faida). “Sicc penniello” invece, originario delle “Case celesti”, si era già da giovanissimo legato ai Marino, i ras della zona, alleatisi nel corso della terza guerra di Scampia con la Vanella Grassi. Quindi, ragionano gli investigatori, o i clan Amato-Pagano e “Vinella” sono entrati in contrasto presumibilmente per motivi legati ai traffici di droga, principale se non unico business del quartiere, oppure è successo qualcosa che ha modificato equilibri malavitosi che duravano dal 2013. In queste ore i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli e i poliziotti della squadra mobile della questura di Napoli e del commissariato Scampia stanno cercando di ricostruire gli ultimi movimenti delle due vittime per capire se frequentavano le stesse persone di prima o avevano cambiato abitudini. Per Gennaro Sorrentino si presume dalla dinamica dell’agguato che sia stato seguito in macchina; per Gargiulo invece l’ipotesi di un tranello tesogli da persone di cui si fidava è la più tenuta in considerazione.
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