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13 Settembre 2019 - 06:42
Camorra di Secondigliano. A gennaio scorso già aiutò a fare luce sul delitto Priore. Luca Covelli in grado di illustrare lo scenario di un territorio conteso dopo varie scissioni
NAPOLI. C’è un nuovo pentito proveniente dalle file della criminalità organizzata di Secondigliano ed è un ex affiliato al gruppo di “Abbasc’ Miano”: Luca Covelli. Un collaboratore di giustizia che già nel primo verbale d’interrogatorio ha parlato di un omicidio, quello di Vincenzo Priore ed è in grado di raccontare anche le vicende più recenti della camorra del quartiere, non più egemonizzato dai Lo Russo ma conteso tra i clan Cifrone e Balzano subentrati ai Nappello in una scissione dalla scissione articolata e complessa per genesi e sviluppo. il personaggio. Luca Covelli non è un nome di spicco nella galassia camorristica di Secondigliano, pur essendo già noto alle forze dell’ordine quando ha bussato da uomo libero alla caserma dei carabinieri del Vomero per chiedere aiuto allo Stato. Potrebbe essere molto prezioso nel ricostruire l’ultimo scenario di malavita a Miano, dove i due gruppi scissionisti (entrambi sorti grazie al declino dei “Capitoni”) si stanno combattendo a colpi di bombe e “stese”. Va anche sottolineato però, che l’estate ha portato una tregua che al momento sta reggendo. Luca Covelli è passato dalla parte dello Stato a gennaio scorso e il 22 di quel mese già contribuì con le sue dichiarazioni a incastrare i presunti responsabili dell’omicidio di Vincenzo Priore, un giovane che secondo altri collaboratori di giustizia faceva il “filatore” per Arcangelo Abbinante. Il delitto però, non avvenne per contrasti tra clan, ma per una banale lite in una discoteca cominciata con lo spruzzo di champagne dal primo livello del locale verso i giovani che ballavano sotto. Era ottobre 2012 e il problema fu che i lanciatori dello spumante erano legati ai Lo Russo, i secondi ai Licciardi e così il litigio continuò fuori prima dell’agguato nella Masseria Cardone. Tra questi ultimi c’era pure, per una coincidenza, anche la vittima della successiva rappresaglia. le dichiarazioni. «Ho saputo che gli autori dell’omicidio di quel ragazzo sono stati Luigi Mango e Gianluca Annunziata. Fu ucciso nella Masseria Cardone dopo una lite in discoteca: l’ho appreso da “Fragolino”, “Cicchilotto” e Ciro Bocchetti”». Era gennaio e il 6 giugno Luca Covelli ha riferito altri particolari dell’omicidio, appresi sempre dalle stesse fonti (poi identificate dalla polizia con nomi e cognomi ai quali giustamente il neo pentito aveva associato i soprannomi). «Ho saputo di questo omicidio e del ruolo avuto da Luigi Mango e Gianluca Annunziata parlando con “Fragolino”, “Cicchilotto” e Ciro Bocchetti, cioè i miei compagni. Se n’è parlato a proposito del fatto che Luigi Mango era diventato importante e mi raccontarono che aveva ucciso questo ragazzo insieme a Gianluca Annunziata. Maria Licciardi voleva la loro testa, ma intervenne Valerio Nappello, cognato di Luigi, e lo salvò. Mi dissero anche che Luciano Pompeo era intervenuto con Maria Licciardi a difesa di Gianluca e l’aveva convinta a graziarlo. Da quel momento in poi Luigi e Gianluca acquistarono importanza all’interno del gruppo e in particolare divennero persone di fiducia di Valerio Nappello e Luciano Pompeo».
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