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13 Settembre 2019 - 08:14
Mai assunti i riservisti che parteciparono al concorso del 2011: bloccati da una lunga battaglia a colpi di carte bollate
NAPOLI. Situazione kafkiana quella rappresentata da 50 docenti e aspiranti dirigenti scolastici, che ebbero la ventura di partecipare al concorso del 2011 per il reclutamento di dirigenti scolastici per la regione Campania. Avevano superato tutte le prove da riservisti ma, ad oggi, attendono ancora di essere assunti. Ammessi dalla Giustizia amministrativa a partecipare al concorso, i 50 aspiranti dirigenti superavano, infatti, tutte le prove necessarie al fine dell’inserimento nella graduatoria di merito, come previsto dal bando. Tuttavia, dalle graduatorie venivano esclusi nel 2014 dall’allora direttore regionale per la Campania del Ministero dell’istruzione. È l’inizio di un’epopea giudiziaria. Il provvedimento del 2014 viene ritenuto illegittimo dal Tar Lazio in diverse decisioni. Invece di ottemperare alle decisioni del Tar, l’amministrazione ricorre al Consiglio di Stato, la cui decisione di merito tarda ancora oggi ad arrivare. Al danno, si aggiungevano le beffe. Con provvedimento di direttori di altre regioni dello stesso Ministero dell’Istruzione, ottenevano l’incarico di dirigente scolastico i concorrenti di altre regioni che si trovavano nella stessa situazione dei colleghi campani : venivano assunti gli altri concorrenti ammessi con riserva al concorso del 2011, che avevano avuto, però, la fortuna di partecipare a procedure concorsuali regionali diverse da quella per Campania (e, segnatamente, per le Regioni Emilia Romagna, Calabria e Sicilia). Inoltre, nel 2017, ottenevano con decreto ministeriale 499 – e in attuazione della legge 107\2015 sulla cd. buona scuola – l’incarico dirigenziale anche quei colleghi che, pure non avendo superato le prove di un pubblico concorso, avevano inoltrato un ricorso di natura amministrativa presso il Tar negli anni 2004 e 2006. Con il decreto, la politica intendeva azzerare totalmente i precedenti contenziosi. Tuttavia, il decreto escludeva di fatto gli aspiranti dirigenti del concorso 2011 - Regione Campania, i quali avevano invece superato positivamente tutte le prove valutabili. Non cambiava la musica con il primo Governo Conte. Il Ministro Bussetti tutelava le posizioni di coloro i quali, partecipando al successivo concorso per dirigenti scolastici del 2017 in qualità di riservisti, venivano inseriti regolarmente in graduatoria. Eppure, il Ministro ben conosceva le questioni, essendo stato dirigente scolastico lombardo proprio dal 2014, dopo aver superato le prove del famoso concorso del 2011 per la Regione Lombardia - ove pure si registrarono criticità. Non sono tuttavia ancora seguiti interventi a tutela delle aspettative dei 50 vincitori di concorso del 2011 in Campania, unici in Italia a non essere stati assunti in qualità di dirigenti scolastici, come invece si è verificato in altre regioni per concorrenti nella loro medesima condizione. Nel silenzio generale, per rappresentare le proprie ragioni, i docenti si sono visti costretti a costituire un comitato – appunto, il “Comitato dei 50”. Appena formato il nuovo Governo, il Comitato ha indirizzato al Presidente del Consiglio Conte, al nuovo Ministro della pubblica istruzione Fioramonti, al Presidente della 7ª Commissione al Senato Istruzione pubblica Mario Pittoni, al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca una richiesta di rispetto della Costituzione e del principio di parità di trattamento. In Parlamento la questione tarda a essere affrontata a causa del succedersi dei governi e malgrado la presentazione, ancora di recente, di articolata interrogazione parlamentare. Un pasticcio all’italiana, insomma. La notizia è però un’altra: dopo tanto, solo qualche aspirante dirigente del Comitato dei 50 che ha firmato l’appello inizia a perdere fiducia nel sindacato, nella politica e nella giustizia. Dice però di essere pronto a scrivere un libro su come diventare dirigente nella scuola senza necessità di superare le prove del concorso.
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